La CNIL ( Commission nationale de l’informatique et des libertés ) ha ritenuto illecito lo scambio di informazioni tra Whatsapp e Facebook relativamente ai dati degli utenti del servizio di messaggistica.
Secondo il Garante della privacy francese, infatti, non solo mancherebbero gli adegueti permessi alla raccolta dei dati come richiesto dalla normativa europea in materia di privacy, ma Whatsapp avrebbe inoltre mancato di collaborare con l’autorità francese. Infine, a gravare sulla posizione del servizio di messaggistica il fatto che non è messo a disposizione degli utenti un sistema di opt-out e che pertanto l’unico modo che hanno gli utenti per impedire la condivisione dei dati è al mometo disinstallare l’applicazione.
Tutto nasce dal fatto che tra le prime conseguenze dell’acquisto di WhatsApp da parte di Facebook nel 2014 vi è stata l’integrazione dei dati degli utenti tra le due piattaforme, per servizi come la richiesta di aggiungere il numero di telefono dei contatti individuati nella propria cerchia di amici Facebook: il tutto senza richiedere il consenso esplicito agli utenti
Pertanto l’Authority ha imposto al servizio di messaggistica un termine perentorio di un mese per bloccare ogni condivisione di dati degli utenti con la compagnia proprietaria, Facebook, senza che vi sia stato un esplicito, preventivo e necessario consenso da parte degli stessi.
Tramite un portavoce Whatsapp si è limitata a commentare la sua disponibilità a continuare a collaborare con le autorità locali “per garantire che gli utenti comprendano quali informazioni vengono raccolte e come vengono utilizzate”, non mancando tuttavia di polemizzare con le indicazioni ricevute: “Ci impegniamo a risolvere le diverse e talvolta contraddittorie preoccupazioni che hanno sollevato le autorità per la protezione dei dati, con un approccio comune a livello europeo prima che nuove norme sulla protezione dei dati a livello di blocco entrino in vigore nel maggio 2018”.
Per il momento quello francese è solo un monito : tuttavia multe e altre sanzioni potrebbero trovare applicazione qualora Whatsapp non si adegui alle richieste, d’altra parte già in passato la Commissione Europea ha multato Facebook per 110milioni di Euro per aver fornito informazioni forvianti circa il suo acquisto di Whatsapp e da Maggio 2018 la nuova normativa sulla protezione della privacy europea permetterà anche alle Authority nazionali di emettere multe fino al 4 per cento del fatturato totale dell’azienda trovata in violazione .
Claudio Tamburrino