Il Consiglio Supremo del Cyberspazio ha approvato all’unanimità l’eliminazione del ban per WhatsApp e Google Play Store in Iran. Si tratta del primo passo verso l’allentamento delle restrizioni introdotte oltre 15 anni fa. Questo cambiamento è stato voluto dal Presidente riformista Masoud Pezeshkian in carica dal 28 luglio 2024. La decisione deve però essere ratificata dall’ufficio del leader supremo Ali Khamenei.
Apertura all’occidente o solo propaganda?
Secondo Freedom House, l’Iran è al terzo posto della classifica dei paesi in cui viene ostacolato l’accesso ad Internet, dopo Cina e Myanmar. In diverse occasioni è stato bloccato l’accesso ad Internet in seguito alle proteste della popolazione: nel 2009 dopo la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad, nel 2019 dopo l’aumento del costo del carburante e nel 2022 dopo l’uccisione della 22enne Mahsa Amini.
I cittadini iraniani non possono ancora utilizzare Facebook, X, Instagram, YouTube e Telegram. Il Consiglio Supremo del Cyberspazio ha deciso ieri di rimuovere il ban per WhatsApp e Google Play Store, ma non è noto quando sarà possibile l’accesso. L’abolizione delle restrizioni su Internet è una delle promesse fatte dal Presidente Masoud Pezeshkian durante la sua campagna elettorale.
L’accesso al Google Play Store consentirà agli utenti con dispositivo Android di scaricare le VPN per aggirare gli altri blocchi. Secondo alcuni giornalisti, la decisione dei riformisti è solo propaganda. Verranno infatti intensificata la sorveglianza (tracciamento tramite indirizzo IP associato all’identità) e incrementata l’azione legale contro le violazioni commesse su piattaforme straniere.
È inoltre prevista la classificazione degli utenti in base alla professione e alla vicinanza ai centri di potere. In pratica verranno stabiliti diversi livelli di accesso ad Internet. In futuro potrebbe essere rimosso anche il ban per YouTube, ma l’accesso avverrà solo tramite un portale gestito dal governo.