WhatsApp è l’applicazione di messaggistica più utilizzata nel nostro paese e nel fine settimana è stata oggetto di un intervento social della Polizia Postale, non è dato a sapere se per l’intensificarsi di truffe che interessano il software o più semplicemente come sollecito a prestare maggiore attenzione. Sta di fatto che l’account ufficiale Facebook ha pubblicato un messaggio relativo al codice di attivazione.
Per attivare l’app di messaggistica Whatsapp sul proprio smartphone è necessario inserire un codice che viene inviato tramite SMS sul dispositivo. Tramite questa procedura i cybercriminali riescono a far recapitare alla vittima un SMS nel quale viene chiesto l’invio di tale codice facendo apparire come mittente il numero di telefono di un contatto presente in rubrica.
Polizia: WhatsApp, non inviate mai il codice di attivazione
L’invito rivolto agli utenti è quello a non inviare mai il codice in questione: ciò comprometterebbe la sicurezza dell’account nonché la propria privacy.
L’invio del codice permette agli stessi di poter attivare un nuovo WhatsApp su un dispositivo diverso, ma riferito al numero telefonico della vittima prescelta che, di fatto, ne perde la “proprietà”.
https://www.facebook.com/commissariatodips/photos/a.224725717689117/1715727221922285/
Seguono una serie di consigli utili per evitare raggiri, incluso quello relativo all’attivazione della verifica in due passaggi che implementa un livello di protezione aggiuntivo.
- Non dare seguito a richieste di invio di alcun codice, tramite SMS, anche se provenienti da contatti presenti in rubrica;
- non cliccare su eventuali link presenti negli SMS;
- attivare la “Verifica in due passaggi” disponibile nell’area “Impostazioni”, “Account” dell’app;
- non condividere mai il tuo codice di verifica WhatsApp con altre persone: se qualcuno tenta di prendere controllo del tuo account, avrà bisogno che gli venga inviato il codice di verifica via SMS.
Raccomandazione superflua? Non proprio, almeno stando a quanto si legge in alcuni commenti al post dove trovano posto le testimonianze di chi è cascato in raggiri di questo tipo (insieme ovviamente agli immancabili interventi di quelli che “Meglio Telegram”).