Queste settimane si stanno rivelando cruciali nella definizione del futuro di WhatsApp nel Vecchio Continente: il servizio di messaggistica di casa Meta ha promesso maggiore trasparenza lato privacy in Europa ma, nel mentre, potrebbe trovarsi costretta ad abbandonare il Regno Unito proprio in quanto una proposta di legge britannica potrebbe ridurre il livello di privacy.
WhatsApp abbandonerà il mercato britannico?
Anzitutto, serve una precisazione in merito alla proposta di legge presentata dal Parlamento britannico: stiamo parlando dell’Online Safety Bill, definito altrimenti come un “insieme di leggi per proteggere bambini e adulti online”. L’obiettivo? Rendere le società dietro i social media molto più responsabili per quanto concerne la sicurezza degli utenti stessi.
We feel the same. And very important we work together (and honored to get to do so) to push back.https://t.co/PhP8Iz2GxW
— Will Cathcart (@wcathcart) March 2, 2023
Il problema chiave, come poi ribadito dal capo di WhatsApp, Will Cathcart, è che questo provvedimento colpirebbe la crittografia end-to-end usata dalla piattaforma verde, ma anche da Facebook Messenger, Signal, Telegram e altri servizi di chat. In poche parole, tale soluzione di sicurezza è presa di mira direttamente dall’Online Safety Bill che, come si evince dal suo testo, potrebbe portare a specifiche policy di moderazione non volute da WhatsApp, bensì dal Governo britannico.
Per tale ragione, lo stesso Cathcart ha voluto dichiarare – senza peli sulla lingua – che è “meglio essere bloccati che poco sicuri”. Anzi, in un gesto senza precedenti ha teso la mano a Signal chiedendo a Meredith Whittaker di unire le forze in un blocco unico contro l’Online Safety Bill. La stessa Whittaker, dunque, ha dichiarato che il Regno Unito dovrebbe riconoscere formalmente il disegno di legge come “fuorviante”.
Un effetto domino
Il timore per il resto del mercato è un eventuale effetto domino che potrebbe coinvolgere altri Paesi europei. Il possibile passaggio di questo disegno di legge potrebbe infine portare altri governi a riflettere sulla privacy e tutela dei minori, magari seguendo lo stesso percorso del Regno Unito.