Come previsto all’inizio del mese, WhatsApp ha annunciato ufficialmente l’arrivo delle Community. Invece di rimanere in contatto solo con amici e parenti, gli utenti possono partecipare a gruppi di discussione più ampi. Il funzionamento è simile ai gruppi di Facebook, ma ci sono importanti differenze.
Arrivano le comunità su WhatsApp
Le Community di WhatsApp permettono ai partecipanti di avviare conversazioni su interessi comuni. Gli amministratori possono creare sottogruppi all’interno di un gruppo principale (ad esempio, i presidi potrebbero creare un gruppo separato per ogni classe). Solo gli amministratori possono inviare messaggi all’intera comunità, mentre i membri possono farlo solo all’interno del sottogruppo. Inoltre, il forwarding (inoltro dei messaggi) è limitato ad un gruppo alla volta (invece di cinque).
Apparentemente le Community di WhatsApp sembrano simili ai gruppi di Facebook. In realtà ci sono almeno due differenze. Ai gruppi di Facebook può partecipare chiunque, mentre le comunità sono formate da persone che si conoscono, in quanto è necessario il numero di telefono (che sarà visibile solo all’amministratore e ai membri del sottogruppo). Inoltre le comunità non sono “ricercabili” e l’accesso è possibile solo su invito.
Gli amministratori possono aggiungere alla comunità i gruppi già esistenti o crearne di nuovi, eliminare i gruppi e i messaggi, rimuovere i partecipanti. Le Community sono attualmente disponibili per un numero limitato di utenti (il rollout globale è previsto nei prossimi mesi).
Alcune funzionalità potranno però essere testate nei gruppi normali: reazioni con emoji ai messaggi, moderazione delle chat, condivisione di file fino a 2 GB e chiamate vocali con un massimo di 32 partecipanti. Ovviamente anche i messaggi scambiati nelle Community sono protetti dalla crittografia end-to-end.