L'UE tutela i whistleblower: proposta approvata

L'UE tutela i whistleblower: proposta approvata

Il Parlamento Europeo ha approvato una proposta legata alla tutela dei whistleblower, andando a regolamentare sia le segnalazioni che gli informatori.
L'UE tutela i whistleblower: proposta approvata
Il Parlamento Europeo ha approvato una proposta legata alla tutela dei whistleblower, andando a regolamentare sia le segnalazioni che gli informatori.

L’Europa intende offrire protezione ai whistleblower. Proprio nei giorni della cattura di Julian Assange presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, il Parlamento Europeo ha votato a favore di una proposta (pdf) che ponga tutti i paesi sullo stesso piano in questa tutela, cercando così di inserire in un perimetro normativo coerente fenomeni che, da Wikileaks in poi, hanno creato un nuovo immaginario ed una nuova consapevolezza circa il peso della divulgazione di talune informazioni.

Con 591 voti favorevoli e 29 contrari la proposta è passata:

stabilisce nuove regole a livello europeo per proteggere gli informatori che rivelano l violazioni del diritto comunitario in settori quali appalti pubblici, servizi finanziari, riciclaggio di denaro, sicurezza dei prodotti e dei trasporti, sicurezza nucleare, salute pubblica, protezione dei consumatori e dei dati.

La proposta sviluppa in modo particolare due temi. Innanzitutto viene offerto un doppio canale di segnalazione delle notizie apprese: l’ente presso il quale viene identificato il problema oppure organi nazionali e continentali competenti. Fatta eccezione per piccole aziende e piccole municipalità (ove l’onere di sostenere questo impegno sarebbe eccessivamente penalizzante), tutti gli enti interessati dovranno dotarsi di adeguati sistemi per la segnalazione con ogni tutela possibile per quanti sfruttano tale canale per l’emersione dei fatti. Recita il testo approvato: “Studi empirici mostrano che la maggior parte degli
informatori tende a effettuare segnalazioni all’interno dell’organizzazione presso la quale lavora. La segnalazione interna è anche il modo migliore per far giungere le informazioni alle persone che possono contribuire ad affrontare in modo rapido ed efficace i rischi per il pubblico interesse“. Il testo intende tuttavia garantire e bilanciare altresì diritti come la libertà di espressione e quella dei mezzi di informazione, affinché anche la divulgazione pubblica possa essere un canale da valutare attentamente sempre e comunque nella logica dell’interesse collettivo.

In secondo luogo la normativa è pensata per tutelare tutto ciò che succede a seguito della proposta: rappresaglie e ritorsioni vanno chiaramente evitati, a tutela dell’informatore ed a garanzia di tutti coloro i quali anno informazioni a disposizione che intendono lasciar trapelare. Nessun declassamento in azienda, nessuna intimidazione e nessuna forma di ritorsione deve poter essere portata avanti, insomma: sia la legge a tutelare gli informatori affinché non debbano pagare sul proprio percorso professionale e di vita il proprio impegno per la verità.

Gli Stati membri dovranno garantire che gli informatori abbiano accesso gratuito a informazioni e consulenze complete e indipendenti sulle procedure e sui mezzi di ricorso disponibili, nonché all’assistenza legale nel corso del procedimento. Durante i procedimenti giudiziari, gli informatori potranno ricevere sostegno finanziario e psicologico.

L’elemento a monte dell’iniziativa europea è legato alla necessità di perseguire il pubblico interesse, creando canali di tutela per quanti intendano fornire informazioni utili senza dover mettere a repentaglio la propria vita e quella dei propri familiari.

L’Italia risulta essere nell’elenco dei paesi che prima di altri si son mossi per offrire una tutela giuridica completa, ma con questo intervento l’UE intende dare medesima copertura su tutto il continente. “La mancanza di un’efficace tutela degli informatori a livello UE“, spiega il comunicato ufficiale diramato, “può avere un impatto negativo sul funzionamento delle politiche dell’UE in uno Stato membro, ma può anche estendersi ad altri paesi e all’UE nel suo complesso“. Fino ad avere una vera e propria valorizzazione: secondo gli studi UE i benefici potenziali ottenibili sono nell’ordine dei 6-10 miliardi di euro all’anno.

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Pubblicato il
16 apr 2019
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