New York (USA) – E dopo le contese sui nomi di dominio, ora si aprono cause legali anche contro chi utilizza i dati rilasciati dagli utenti all’atto dell’acquisto di un dominio.
E’ il caso di Register.com costretta ad alzare la voce contro Verio perché quest’ultima avrebbe rifornito i propri database con i dati contenuti nel database Whois, organizzando poi una discreta attività di spamm.
La scoperta non è per nulla una novità, come ricorda John Mozena, della Coalition Against Unsolicited Commercial Email: “Abbiamo sempre avuto il timore che questi grandi database potessero essere utilizzati per fare spamming o altro”.
La questione però è di stabilire se questi dati debbano essere inibiti o meno alla consultazione pubblica. Oggi infatti, chiunque voglia sapere chi ha registrato un dato dominio può arrivare a conoscere indirizzo civico, telefono, email, ecc, di moltissime persone, ed utilizzare queste informazioni per gli scopi più diversi.