Il passaggio di Sun nelle mani di Oracle, già in attesa di verdetto definitivo della Commissione Europea, dopo Richard Stallman trova un nuovo oppositore nel padre di MySQL, Michael “Monty” Widenius. Lo sviluppatore finlandese ha lanciato una petizione mondiale all’indirizzo HelpMySQL.org rivolta agli amministratori di database, quali diretti interessati e competenti sull’argomento, perché scrivano in prima persona all’Unione Europea, e non lascino che la sua creatura finisca nelle mani dell’azienda di Larry Ellison dopo il primo tentativo andato a vuoto nel 2006.
Per spiegare al meglio le motivazioni dietro questa iniziativa, Punto Informatico ha scambiato qualche battuta con lo stesso Widenius.
Punto Informatico: In una vecchia intervista al Financial Times Ellison ha dichiarato che l’open source non è un problema per Oracle e che se diventa migliore dei suoi prodotti basta sfruttarlo, come la fa sentire questa sua dichiarazione?
Michael Widenius: Sfruttare di solito significa avvantaggiarsi di qualcosa senza curarsi di restituire nulla in cambio. Per me, Open Source non è solo un modo di dare alle persone accesso al tuo codice sorgente, ma anche una forma mentis, lavorare insieme per imparare e migliorare oltre a rispettare le opinioni altrui. In generale mi preoccuperebbe lavorare con qualcuno la cui mentalità si basi sullo sfruttamento.
PI: MySQL è la M del popolare acronimo LAMP : se l’Unione Europea permette ad Oracle di comprare Sun, quale impatto avrà sull’industria FLOSS nel suo insieme?
MW: Prima una doverosa premessa: se Oracle acquisisse SUN, potrebbe “sfruttare” MySQL come reputi adeguato. Oracle è una azienda il cui unico scopo è di massimizzare il profitto per i suoi azionisti. Il problema che sorgerebbe loro con MySQL è che questi sta seriamente cannibalizzando il loro business in una cifra stimata di 1 miliardo annuo in profitti, mentre può renderne solo una frazione con l’attuale modello di licenza e rilascio. È logico presumere che farà di tutto per assicurarsi che non competa con la sua maggior fonte di profitto,ovvero 11g .
PI: Quali sono gli scenari possibili in questo caso quindi?
MW: Davanti hanno diverse possibilità:
– Mettere tutte le energie in una edizione di MySQL Enterprise a codice chiuso, concedendo solo bug fix ed estensioni minori alla versione destinata alla comunità.
– In ogni contesto far riferimento alla versione per la comunità come “versione sperimentale senza supporto commerciale” per alienare la gente da MySQL.
– Usare a quel punto la versione per la comunità MySQL come mezzo per far comprare loro l’Enterprise e poi 11g.
Oracle agirà quasi di sicuro per gradi e nel corso di un certo lasso di tempo per rendere meno probabile il successo di eventuali fork. Solo quando il gap tra community e enterprise sarà grande, inizieranno ad uccidere più aggressivamente la versione per la comunità.
PI: Ci sono segnali in tal senso?
MW: Credo si possa presagirlo dalla mancanza di promesse pubbliche che le versioni Enterprise e Community usino lo stesso sorgente pubblico come base. Inoltre Oracle è conosciuta per gestire i suoi progetti in segretezza, senza un calendario chiaro. Per il popolo FOSS significa non poter contare su un supporto o serio avanzamento della versione open source di MySQL da parte di Oracle. Quel che è peggio, non avranno probabilmente il minimo indizio di cosa sia portato avanti o come, togliendo l’opportunità di prendere parte allo sviluppo stesso (come è successo con InnoDB dopo che Oracle l’ha comprato).
PI: Ci saranno senz’altro delle conseguenze.
MW: Siccome nessuno vuole usare un “prodotto moribondo”, il mondo FOSS cercherà alternative. Le uniche percorribili ora sono MariaDB, il ramo di MySQL su cui lavoro assieme alla comunità, o PostgreSQL. Drizzle non conta per molti di questi utenti in quanto non è inteso come rimpiazzo di MySQL.
PI: Che prospettive ha MariaDB?
MW: Io e un gruppo degli ingegneri del team originale di MySQL faremo del nostro meglio per preservare MariaDB vivo e vegeto, ma sarà una dura lotta: Monty Program Ab è una compagnia di puro engineering impegnata a mantenere l’evoluzione di MariaDB a livelli accettabili, e speriamo di riuscire a lasciare lo sviluppo delle funzionalità ai clienti dedicando 40 per cento del nostro tempo a lavorare con la comunità.
PI: Un’impresa possibile?
MW: Nessuno è mai riuscito finora a fare un fork vincente di un programma GPL quale MySQL (pensate alla GPL library). Ho di recente scritto un post sul perché sia così difficile . Non sappiamo se possiamo farcela ma ci proveremo: la buona notizia è che non abbiamo fretta, posso finanziarlo per alcuni anni senza problemi. Quindi per la comunità FOSS le cose non cambieranno così tanto finché MariaDB ha successo. Altrimenti dovrà passare a PostgreSQL o comprare licenze commerciali da Oracle.
PI: Quale sarebbe secondo Lei la miglior soluzione?
MW: Perché MySQL continui ad essere un popolare progetto open source non bisogna lasciarlo acquisire da Oracle, ma piuttosto fare in modo che SUN lo venda ad un’altra entità che abbia molto da guadagnarci dallo sviluppare MySQL come vero progetto Open Source. L’altra possibilità sarebbe di costringere Oracle a rilasciare tutto il codice MySQL sotto una licenza permissiva, tipo BSD, come parte dell’accordo. In questo caso avrebbe ancora il controllo dei progressi di MySQL finché vi prende attivamente parte. Se si fermano, un fork può diramarsi e prenderne le redini. Questo assicurerebbe un reale incentivo che Oracle continui a dedicarsi a MySQL.
PI: Alla luce dei precedenti verdetti dell’Unione Europea in materia di antitrust informatico, ad esempio il celebre ballot screen per i browser, cosa si aspetta? Cosa farebbe in caso di esito negativo?
MW: Continuerei a far procedere MariaDB in maniera aperta e orientata alla comunità vedendo fin dove possiamo spingerci.
PI: Marten Mickos, ex CEO di MySQL, ha espresso il suo sostegno a questa fusione presentandosi come testimone a favore di Oracle all’udienza : come spiega questo suo comportamento se il pericolo è così tangibile?
MW: Non voglio speculare sul motivo perché Marten stia facendo qualcosa in senso contrario a quello per cui abbiamo lavorato assieme in MySQL per vari anni. Sono comunque sicuro che non lo faccia poiché abbia a cuore il prodotto o se resti aperto o meno. È sempre stato più interessato al lato business, il che va bene ed è quello per cui l’avevamo assunto.
PI: Crede che l’ ODBA (Open DataBase Alliance) da lei fondata avrà un ruolo nel far sentire la voce del mondo dei database opensource fuori dalla propria comunità?
MW: L’ODBA ha due diversi obiettivi:
– Creare un consorzio di compagnie che assieme rispondano a qualsiasi richiesta inerente ai database da parte del cliente. Ovviamente non limitandosi al database in sé in quanto include l’hosting, web development ecc. I membri sono incentivati sul serio a lavorare tra loro da un compenso per la segnalazione quando trasferiscono a terzi i clienti o i loro progetti.
– Creare un nuovo modello per finanziare lo sviluppo dell’OSS che possa applicarsi a qualsiasi altra industria. L’idea è che i membri debbano devolvere la maggior parte della loro retta d’iscrizione a finanziare i progetti a codice aperto di cui fanno uso (sviluppati dall’ODBA).
a cura di Fabrizio Bartoloni