“Sì, la nostra rete è la maggiore rete wireless al servizio di studenti, docenti e dipendenti dell’ateneo, e da oggi esce ufficialmente dalla fase di sperimentazione”. Così ieri a Punto Informatico i responsabili dell’ Università di Siena hanno confermato l’apertura della nuova fase del progetto UnisiWireless , accompagnato da una diretta web a cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Cisco, il fornitore delle tecnologie WiFi impiegate.
Uscita dalla sperimentazione, la rete con i suoi 326 punti di accesso è ora disponibile alla comunità accademica non solo nella sede di Siena, ma anche nelle distaccate di Arezzo e Grosseto. Nel complesso si tratta di una rete che si espande su 22 edifici “e che si integra con la rete tradizionale preesistente”.
Al contrario di altre iniziative universitarie italiane, la rete dell’Università è stata finanziata con fondi di bilancio dell’Ateneo: una spesa di 370mila euro per un progetto del Centro universitario per l’Informatica e la telematica (Q.IT) dell’Università, presieduto da Giuliano Benelli, a cui hanno anche collaborato, come vincitrici della gara europea d’appalto, Telecom e NextraOne. In particolare, 325mila euro sono andati in fornitura e configurazione, spiega l’Università, mentre 46mila per l’installazione e il “site survey”, lo studio preventivo dei luoghi ove posizionare gli hotspot. I risultati sono all’altezza delle necessità, dicono all’Università. “La nuova rete – spiegano i responsabili a Punto Informatico – è in grado di supportare fino a 15mila utenze contemporanee “.
Per la componente di sicurezza e di controllo degli accessi, tengono a sottolineare i responsabili, l’Università ha utilizzato i “Network Admission Control” di Cisco, installandone 15 nella rete consentendo così, tra le altre cose, l’automatizzazione del riconoscimento, l’autenticazione, l’autorizzazione e il ripristino di tutti i metodi di accesso, compresi quelli LAN, WAN, wireless e remoti.
Siena già oggi può vantare una cablatura senza eguali in Italia , e da diversi anni, ma sono evidenti i vantaggi che la mobilità offre non solo agli studenti, sempre più spesso accompagnati dai propri portatili o anche da smartphone WiFi, ma anche ai docenti, che sembrano aver gradito la novità già durante la sperimentazione, partita formalmente all’inizio del 2008 ed ora, appunto, conclusa.