Dopo anni di battaglie legali nei tribunali statunitensi, tra l’australiana Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) e 23 aziende che operano nel settore della tecnologia è pace stragiudiziale: le aziende potranno usare un importante brevetto sul WiFi assegnato al CSIRO, ma dovranno pagare per farlo – almeno finché la proprietà intelletuale non scadrà nell’anno 2013.
Una questione che si trascina da lungo tempo, quella sollevata dall’organizzazione australiana contro l’industria del WiFi a stelle e strisce. Motivo del contendere: un brevetto assegnato negli anni ’90 di importanza fondamentale per le reti WLAN (802.11a e 802.11g), ben prima che le reti senza fili divenissero ubique al punto da essere date per scontate su ogni genere di dispositivo tecnologicamente avanzato.
In questi anni CSIRO ha collezionato vittorie legali e accordi economici con le aziende di volta in volta trascinate nei tribunali statunitensi: il precedente accordo stragiudiziale risale al 2009, e coinvolge 14 aziende – inclusi colossi del calibro di HP, Microsoft, Intel, 3Com e Nintendo – che hanno accettato di pagare 205 milioni di dollari australiani come compensazione della mancata licenza per l’utilizzo del brevetto WiFi.
Il nuovo accordo vale invece 220 milioni di dollari australiani (229 milioni di euro), cifra che si stima servirà a compensare la commercializzazione di due miliardi di dispositivi compatibili wireless (in aggiunta ai 3 miliardi già esistenti) entro l’anno prossimo. A quel punto il brevetto scadrà e CSIRO non avrà più diritto a incassare alcunché.
Alfonso Maruccia