Roma – “Cesena è coperta solo in parte. Tre anni fa la Facoltà di Ingegneria era totalmente coperta da una rete WiFi. L’anno successivo la rete WiFi è stata sospesa per far spazio alla rete ALMAWIFI già presente a Bologna. La rete almawifi è ormai attiva da un anno ma accessibile solo ai docenti-ricercatori e alcuni studenti (su concessione dei professori)”. Così ieri Simone P. ha scritto a Punto Informatico raccogliendo l’ invito a raccontare le proprie esperienze con le reti universitarie, in questo caso a Cesena .
E spiega: “Non si sa bene il motivo per cui non aprano a tutti gli iscritti alla facoltà l’accesso alla rete. Il resto di Cesena è coperta solo per alcune zone, come aule studio o alcune facoltà. Non esiste una rete WiFi estesa. L’accesso a Internet è possibile tramite alcune prese rj45 sparse un po’ nei laboratori e un po’ nelle sale studio. Accessi che garantiscono una banda più che soddisfacente sia in upload che in download, ma sono molto limitati come quantità: se ne contano 6 nell’aula studio, 4 nel laboratorio di informatica e 13 nel laboratorio di elettronica.
Ed essendo laboratori con circa 80 postazioni è evidente che 4 o 13 accessi sono davvero pochi”.
Un altro Simone, Simone T. da Udine scrive invece: “Buongiorno cari amici di Punto Informatico, vi scrivo dopo aver letto i vari articoli sul WiFi nelle università. È molto bello notare come in Toscana e Umbria si stia dando risalto al progetto portato aventi da due importanti Università, ma volevo far notare che questo servizio era già presente all’Università degli Studi di Udine dall’anno Accademico 2004/2005, anno in cui mi sono iscritto alla facoltà di Informatica. Il servizio è limitato agli studenti universitari, non essendo Udine ai livelli di Urbino, ma penso il progetto sia di grande rilevanza e uno dei primi disponibili in una università in Italia. Mi piacerebbe che fosse reso noto questo importante passo dell’ateneo friulano che, grazie all’operato del nostro Rettore è un ateneo in ascesa”. Altre esperienze su Udine?
Tre diversi studenti della Bicocca di Milano hanno trasmesso la propria esperienza. Scrive Daniele A.: “Volevo segnalare la rete WiFi, che è attiva da quest’anno accademico nella mia università. La copertura non è ancora totale, ma nella maggioranza di edifici nelle zone studio e biblioteche ci sono zone di copertura. Il sevizio è ancora da perfezionare in quanto spesso la connessione è instabile, ma io personalmente non mi lamento”. Daniele propone anche la pagina dove l’Università parla della connettività WiFi messa a disposizione degli studenti.
Marco C., sempre alla Bicocca, aggiunge che sono due anni che la rete è attiva in molte zone dell’Università e sottolinea: “Nella facoltà di informatica è in atto pure la sperimentazione di una rete con tutti i protocolli aperti in modo da poter offrire un servizio completo agli studenti informatici”. Necosi invece, sempre a proposito di Bicocca, parla di un’attivazione recente e mette in luce una serie di problemi ed ostacoli : “Le limitazioni però sono ancora troppe ed alcune sono inspiegabili. Ad esempio l’unica porta aperta è la numero 80 (http) e la 443 (https). Io per scaricare la posta sulle porte standard delle email son costretto a reindirizzare il traffico usando Tor sulla 80”. E aggiunge: “La copertura in alcuni edifici è totale, in altri invece ancora non è arrivata neanche una sola antenna. Ci si sta lavorando, ma già alcuni si chiedono se il WiFi sia un servizio per tutti, o solo per i ricchi che han la possibilità di acquistare i notebook. Qualcuno parla di ampliare i laboratori accessibili liberamente da parte degli studenti o di sviluppare le politiche per cui uno studente possa chiedere un notebook all’Università ricevendo un contributo economico se si hanno difficoltà economiche”.
Di seguito una testimonianza giunta proprio ieri da L’Aquila, un racconto per molti versi sconsolante in cui Davide spiega che l’assenza del WiFi, in fondo, non la sente quasi nessuno. “Gentile Punto Informatico,
mi chiamo Davide e vi scrivo in merito all’articolo sulla copertura WiFi dei campus universitari italiani. Io scrivo per l’università di L’Aquila . Forse in molti non la conoscono, ma L’Aquila è il capoluogo di regione dell’Abruzzo:-)
Visto il grande numero di corsi di laurea presenti nell’ateneo, è diviso in più poli didattici (dovrebbero essere 4 se non ne dimentico nessuno). I due principali sono il polo di Ingegneria (di cui fa parte naturalmente il corso di laurea di Ingegneria informatica) ed il polo di Scienze MM.FF.NN. (di cui fa parte il corso di laurea in Scienze informatiche).
Dal punto di vista della connettività il nostro ateneo è decisamente indietro rispetto a quanto ho letto nell’articolo e nelle risposte che hanno dato gli altri utenti. In nessuno dei poli didattici è presente il WiFi come servizio per gli studenti. Questa mancanza però non è molto sentita dagli studenti stessi, infatti la maggiorparte dei corsi di laurea non ha uno spazio web dedicato, un sito, o qualunque altra cosa che riduca le distanze tra gli studenti ed i professori. Quello che manca è un “luogo” in cui studenti e professori possano scambiarsi materiali inerenti i corsi, approfondire determinati argomenti che non possono avere il giusto spazio nelle ore di lezione previste dal piano didattico. La ciliegina sulla torta è costituita dal fatto che lo stesso portale dell’intero ateneo è spesso off-line, soprattutto quando si avvicina la fine dei corsi e gli studenti accedono spesso al sistema per registrarsi agli appelli d’esame.
Si perchè l’intero ateneo si è dotato (con una spesa esorbitante a detta di molti professori, sicuramente più informati di me sull’argomento) di un sistema di prenotazioni online: ogni studente, all’immatricolazione riceve un codice PIN che gli permette di accedere ad una pagina personale in cui può visualizzare tutti i dati relativi al proprio piano di studi, può registrarsi agli esami, e, accedendo da dei terminali interni all’università, può stampare tutti i certificati di cui ha bisogno. Il problema è che tale portale, nei periodi in cui è maggiore il numero di accessi effettuati dagli studenti, non regge il carico di lavoro necessario. Non so se sia colpa dell’hardware che compone i server, delle linee che lo collegano, o della struttura del sistema, ma questo portale è spesso irraggiungibile, e se anche si riuscisse a completare l’iscrizione ad un esame, non si è mai certi dell’esito, perché (esperienza personale) è possibile che, per motivi ignoti, il professore non riceva traccia della propria iscrizione, e si trovi in seria difficoltà nel far sostenere ed eventualmente registrare l’esame.
Se tutto questo non vi è bastato, pensate che non esistono dei PC connessi ad internet a disposizione degli studenti. Anzi… mi sbaglio… qualcuno ce n’è: per il corso di laurea in scienze informatiche (a cui sono iscritto io) c’è 1 (uno) PC a disposizione degli studenti del primo e del secondo anno della laurea triennale, ed una decina a disposizione per gli studenti del terzo anno della laurea triennale e per gli studenti della laurea specialistica. Anche se, a dire la verità, quei PC non sono proprio a disposizione degli studenti: per potervi accedere è necessaria la richiesta scritta firmata da un professore che indichi l’attività didattica che richiede l’utilizzo della connessione. Negli altri poli didattici non so quale sia situazione precisa, ma vedendo dai miei amici la quantità di dispense stampate presso le copisterie, non penso che se la passino molto meglio.
Ma io mi chiedo: non sarebbe molto più facile, veloce, economico, e soprattutto ecologico (finito il corso, un libro può essere utile, ma le dispense, finisco tutte nella spazzatura) mettere un file in uno spazio web e renderlo disponibile a tutti? Certo, questo sarebbe un grande vantaggio per gli studenti, soprattutto per coloro che non risiedono nella città in cui studiano, ma comporterebbe un grande lavoro per quei professori che continuano a “lasciare in copisteria” delle dispense scritte a mano e che spesso sono incomprensibili.
Ma in fondo, molto in fondo, un barlume di speranza c’è: abbiamo una connettività molto limitata, chi non possiede un PC ed una connessione ad internet proprie rimane quasi isolato dal lato “connesso” dell’università… ma… ma l’ADSU (Azienda per il diritto agli studi universitari) ed i sindacati studenteschi hanno allestito (nel mio polo didattico) una sala ricreativa con tavolini e sedie, un biliardino, diversi mazzi di carte, un televisore su cui (secondo gli orari) guardare i telegiornali o i cartoni animati (soprattutto appena dopo pranzo) e, gaudio massimo… una consolle Playstation2 con cui trascorrere ore a sfidare gli amici ad uno degli ultimi giochi di calcio.
Mi sento decisamente invidioso verso gli altri utenti che hanno commentato la notizia su Punto Informatico.
Davide ”
NOTA
Nella tua università c’è il WiFi? Non c’è? È un servizio soddisfacente? Ne parlano da anni ma ancora non s’è visto? Parlane tu su Punto Informatico, invia la tua testimonianza a pi@edmaster.it