Se ne andava in giro nella parte nord della città di Rockhampton, nel Queensland, a prendere in prestito le connessioni wireless dei residenti per inviare mail minatorie o far di peggio ancora. Ma il 22enne australiano si è mostrato poco accorto: ha chiesto ad una sua vittima di depositare una certa somma di denaro in un luogo prestabilito. Ed è là che è stato arrestato da agenti sotto copertura.
Il nuovo caso di abuso della connessione WiFi ha conquistato gli onori delle cronache, ha tenuto impegnata la polizia locale e quella nazionale per ben sette mesi, periodo di tempo nel quale il ragazzo ha fatto il “piggybacking” di 12 diverse connessioni casalinghe di altrettante famiglie ignare, stazionando nei paraggi dell’abitazione con PDA e laptop e sfruttando l’IP della connessione insicura per agire in rete e non lasciare tracce che riconducessero direttamente a lui .
La settimana scorsa, finalmente, la polizia era riuscita a tracciare la provenienza dell’IP dello scroccone-truffatore, ma grande è stata la sorpresa degli agenti nel trovarsi davanti ad una ignara coppia di anziani una volta raggiunto l’appartamento a cui la connessione individuata corrispondeva.
Il ragazzo è stato accusato di tentata estorsione e truffa, mentre gli agenti sono ancora impegnati a setacciare la sua strumentazione informatica a caccia di ulteriori indizi. Il giovane pirata informatico è anche riuscito a prendere possesso di account email legittimi , come quello dell’editor della rivista APC Computer Tony Sarno.
Il caso è ad ogni modo l’ennesima dimostrazione del pericolo crescente derivante dall’uso poco esperto delle connessioni senza fili. “Assicuratevi di usare il WPA, che sta per WiFi Protected Access , la migliore forma di cifratura per questo tipo di sistemi”, ha dichiarato James McCormack, direttore dell’ Australian High Tech Crime Centre . In mancanza del WPA va bene anche il meno avanzato WEP che, pur bucabile senza troppa fatica, potrebbe comunque scoraggiare ricattatori meno esperti del giovane australiano.
Accessi abusivi che divengono sempre più frequenti: secondo una recente ricerca della società di sicurezza Sophos , il 54% degli utenti di PC intervistati ha ammesso candidamente di usare o aver usato una connessione wireless di qualcun altro senza aver prima chiesto il permesso.
Alfonso Maruccia