Wikileaks, donazioni francesi

Wikileaks, donazioni francesi

Il sito delle soffiate torna a raccogliere fondi grazie all'intervento degli attivisti. La situazione per la piattaforma si era fatta dura
Il sito delle soffiate torna a raccogliere fondi grazie all'intervento degli attivisti. La situazione per la piattaforma si era fatta dura

Dall’Islanda alla Francia. Il celebre sito delle soffiate Wikileaks torna a raccogliere donazioni dopo il blocco imposto nel 2010 dai giganti del credito Visa e Mastercard. Riaperti i canali di pagamento a quasi due anni dall’eclatante rilascio del pacchetto di cablo diplomatici . Un annuncio apparso sulla piattaforma di Julian Assange ha dunque confermato le operazioni di sblocco dei meccanismi di donazione.

In sostanza , Wikileaks ha sfruttato il decisivo intervento dell’organizzazione transalpina Defense Fund Net Neutrality (FDNN), generalmente impegnata nella tutela della cosiddetta neutralità della Rete. Potendo contare sul sistema bancario francese, i vertici di FDNN usano i canali di pagamento offerti da Carte Bleue, tra i principali partner internazionali dei colossi Visa e Mastercard .

Dettaglio cruciale , i meccanismi di credito previsti da Carte Bleue impongono ai partner statunitensi di non bloccare tutti quei soggetti – che siano privati, aziende o piattaforme come Wikileaks – che gestiscono le proprie transazioni con il sistema francese . In altre parole, Visa e Mastercard non possono decidere di bloccare le donazioni al sito se effettuate con Carte Bleue .

“Abbiamo vinto in Islanda e ora vinciamo in Francia”, ha spiegato il founder Julian Assange. In Islanda, una corte distrettuale di Reykjavík ha proprio recentemente obbligato il partner locale Valitor a rimuovere il blocco dei canali di pagamento verso il sito delle soffiate. Nel corso del 2011, Wikileaks aveva deciso di interrompere le pubblicazioni dopo i quasi 2 milioni di fondi ricevuti nell’anno delle rivelazioni .

Stando ai dati forniti dallo stesso sito, il bando ordito da Visa e Mastercard avrebbe portato ad un calo del 95 per cento nelle donazioni, costando alla piattaforma qualcosa come 20 milioni di dollari. Altri numeri sono stati snocciolati dai vertici della fondazione tedesca Wau Holland : a Wikileaks resterebbero beni per un valore complessivo di appena 100mila euro .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
20 lug 2012
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