Nell’ultimo rapporto di trasparenza rilasciato dalla non profit tedesca Wau Holland Foundation , un drastico calo nel volume di donazioni verso il celebre sito delle soffiate Wikileaks. Alla fine dello scorso anno, l’organizzazione capitanata da Julian Assange ha raggranellato meno di 70mila dollari dal contributo volontario dei suoi utenti.
Un trend negativo piuttosto evidente, dopo che nel 2010 – dopo la pubblicazione del materiale consegnato dal militare statunitense Bradley Manning – i responsabili di Wikileaks erano riusciti a raccogliere oltre un milione di dollari in donazioni da tutto il mondo. Appena un anno dopo, la piattaforma delle soffiate riceveva solo 180mila dollari.
Certamente penalizzata dal blocco dei canali di pagamento stabilito da colossi del credito come Visa e Mastercard, Wikileaks continua a registrare un aumento vertiginoso nel totale delle spese per la sua gestione. Dai basilari costi per il mantenimento delle infrastrutture – quasi 50mila dollari nel 2012 – agli oneri più ingenti a coprire logistica e campagne di pubblicazione, per un totale di 400mila dollari .
Mentre il founder Julian Assange “festeggia” il suo primo anno da “ospite” dell’ambasciata ecuadoregna a Londra, le autorità britanniche si lamentano delle spese finora sostenute per aver impiegato un gruppo di almeno otto agenti di polizia pronto ad arrestare Assange in caso di abbandono dell’ambasciata londinese. L’asilo politico di Assange costerebbe circa 11mila sterline al giorno , ovviamente versate dai contribuenti.
Nel frattempo, l’imminente uscita del documentario We Steal Secrets ha scatenato un vespaio di polemiche per la presenza di numerosi errori criticati dagli stessi responsabili del sito delle soffiate. Innanzitutto, il nuovo lavoro del regista premio Oscar Alex Gibney restituirebbe una pericolosa caricatura gay della talpa Bradley Manning. In aggiunta, l’ex-militare statunitense non avrebbe mai comunicato in maniera diretta con Assange, né il sito avrebbe mai esercitato pressioni sull’informatore per il rilascio dei documenti riservati .
Mauro Vecchio