Wikileaks non è nuova a pressioni più o meno pesanti, ma stavolta ha raccontato di azioni nei suoi confronti da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti/Cia, che sarebbe arrivata a sequestrare PC e pedinare suoi uomini.
Tutto è venuta a galla quando Wikileaks ha annunciato in un tweet la sua intenzione “a rivelare nel corso dello US National Press Club che si svolgerà il 5 aprile l’insabbiamento di un omicidio da parte del pentagono”: si tratterebbe del video di un attacco aereo .
Per queste immagini qualcuno del controspionaggio avrebbe deciso di controllarli da vicino, in particolare un suo editor: la vicenda, che se confermata assumerebbe linee inquietanti, è delineata da Wikileaks con numerosi tweet e un resoconto dettagliato sul suo sito. A mettere sotto controllo i suoi uomini sarebbe sia il governo statunitense che quello islandese, i quali avrebbero pedinato, fotografato, filmato e arrestato l’editor Julian Assange e un altro impiegato della piattaforma (tenuto in custodia per 22 ore). Anche alcuni PC sarebbero stati messi sotto sequestro.
La situazione sembra essere diventata terribilmente seria: il sito ha twittato che “se ci succede qualcosa, saprete perché”.
Poco dopo questo messaggio, peraltro, l’account rimaneva per qualche ora stranamente silenzioso , facendo preoccupare per ulteriori ingerenze e ritornava a cinguettare solo qualche tempo dopo scrivendo “stiamo bene, e pubblicheremo a breve una replica adatta”, forse implicando con l’utilizzo della parola replica (riposte) proprio un qualche tipo di azione tentata nei confronti del sito.
Un documento del Controspionaggio degli Stati Uniti pubblicato su Wikileaks alcune settimane fa e classificato come “Segreto”, d’altronde, enunciava i pericoli che pone il sito e la necessità di controllarlo da vicino . Nel documento si analizza diffusamente il modo di operare del sito che ospita documenti segreti e che viene definito “una minaccia per l’esercito degli Stati Uniti” in quanto attività di controspionaggio, con “fonti, collaboratori, talpe e spie” coperte dall’anonimato e prive di un controllo redazionale.
Claudio Tamburrino