A denunciarlo alle autorità è stato Adrian Lamo, conosciuto negli Stati Uniti come il cracker senza casa . E di Adrian Lamo si era quasi ciecamente fidato il militare a stelle e strisce Bradley Manning, attualmente impegnato sull’infuocato fronte di Baghdad, in Iraq.
Era stato proprio Bradley Manning a consegnare ai meandri della Rete alcuni scottanti documenti, in primis un particolare video apparso lo scorso aprile sul noto sito delle soffiate Wikileaks. Un filmato pubblicato sotto il titolo Collateral Murder , che mostra un elicottero statunitense scagliarsi contro un gruppo di civili iracheni senza alcuna apparente giustificazione.
E non solo. Nel materiale ottenuto dal soldato Manning c’erano anche un altro video di sangue in Afghanistan, un documento che classifica Wikileaks come una minaccia alla sicurezza nazionale e una lista di forze politico-aziendali dietro le strategie belliche degli Stati Uniti.
Informazioni che, più che scottare, bruciavano solo a sentirle. Almeno secondo l’opinione di Adrian Lamo, il cracker 22enne che si era intrufolato nei sistemi informatici di Microsoft e The New York Times , poi condannato agli arresti domiciliari e ad una multa di circa 60mila dollari.
“Manning non si è curato di ciò che stava rivelando – ha spiegato Lamo , ora studioso di giornalismo ed esperto di sicurezza informatica – ha agito essenzialmente come un aspirapolvere”. L’ex-cracker senza casa ha quindi spiegato di aver agito nel rispetto del diritto all’informazione, evitando allo stesso tempo di fare luce su dettagli troppo scomodi .
Cioè informazioni che, secondo Lamo, farebbero solo da sfondo alla guerra attualmente in corso in Iraq e Afghanistan, rivelando accordi segreti siglati dagli Stati Uniti. Documenti bollenti che potrebbero portare l’ex-cracker a guai molto seri, se decidesse di rivelarli. Più o meno simili a quelli del soldato Manning, che ora è stato arrestato e confinato in Kuwait .
Mauro Vecchio