Ad oltre 12 anni dal debutto, WikiLeaks ha un nuovo editor-in-chief: è Kristinn Hrafnsson, già portavoce dell’organizzazione dal 2010 al 2016. Eredita la carica del fondatore Julian Assange, dal giugno 2012 rinchiuso nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. La decisione è stata presa in seguito all’impossibilità di comunicare con il diretto interessato negli ultimi sei mesi.
L’isolamento di Julian Assange
L’isolamento di Assange ha inizio alla metà del 2012, con la fuga nell’ambasciata ecuadoriana e la richiesta di asilo politico conseguenti alla decisione della Corte Suprema del Regno Unito di respingere il ricorso contro la richiesta di estradizione avanzata dalla Svezia. L’attività per WikiLeaks non si è comunque interrotta, come dimostra il lavoro finalizzato a portare alla luce le email dei democratici che sembrano aver pesato sulla sconfitta di Hillary Clinton alle presidenziali USA del 2016. Le ragioni dell’avvicendamento annunciato oggi sono ben spiegate da un documento condiviso attraverso il profilo ufficiale Twitter del portale, di cui riportiamo di seguito un estratto in forma tradotta.
In conseguenza a circostanze straordinarie che vedono Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, impossibilitato a comunicare (se non con i suoi legali) per sei mesi mentre viene arbitrariamente detenuto nell’ambasciata dell’Ecuador, Assange ha nominato Kristinn Hrafnsson come editor-in-chief di WikiLeaks. Assange continuerà a essere un publisher di WikiLeaks.
ANNOUNCEMENT: Assange appoints Hrafnsson Editor-in-Chief after six months of effective incommunicado detention, remains publisher [background: https://t.co/2jOgvSu5bG] pic.twitter.com/0Fwvf3SrkL
— WikiLeaks (@wikileaks) September 26, 2018
Da marzo Assange non ha modo di comunicare con l’esterno, essendo stato privato dell’accesso a Internet e della possibilità di incontrare chiunque al di fuori del team di legali che lo sta assistendo. Negli ultimi anni sul suo capo sono pesate anche le accuse mosse da due donne svedesi per presunti abusi sessuali. Il mandato d’arresto scaturito dall’indagine è stato revocato, ma eventuali altre misure potrebbero essere applicate se il fondatore di WikiLeaks dovesse entrare in territorio svedese prima dell’agosto 2020.
Kristinn Hrafnsson alla guida di WikiLeaks
Il nuovo direttore di WikiLeaks, classe 1962, ha già collaborato con l’organizzazione a partire dal 2010, prima contribuendo alla pubblicazione Collateral Murder (relativa all’operazione statunitense di Baghdad del 2007) basata tra le altre cose sul materiale fornito da Chelsea Manning, poi divenendone portavoce fino a due anni fa. Questo un suo intervento sui social risalente al marzo scorso.
L’Ecuador dovrebbe immediatamente rimediare al grave errore commesso isolando Julian Assange, impedendogli di incontrare visitatori e di utilizzare Internet o il telefono. Fate la cosa giusta.
Ecuador must immediately correct the grave mistake of isolating Julian Assange by barring him from having visitors, using the internet or phones. Do the right thing. #ReconnectJulian
— Kristinn Hrafnsson (@khrafnsson) March 29, 2018
Accettando il nuovo incarico, Hrafnsson ha affermato di essere pronto ad assumersi la responsabilità di garantire che il lavoro basato sugli ideali di WikiLeaks continui. Il tweet condiviso dall’organizzazione ripercorre brevemente il background del suo nuovo editor-in-chief.
Hrafnsson è un giornalista investigativo islandese nominato nel 2010 giornalista islandese dell’anno (il suo terzo riconoscimento) per il ruolo svolto nella pubblicazione Collateral Murder in collaborazione con WikiLeaks. Nello stesso anno è divenuto portavoce, mantenendo l’incarico fino al 2016. Da allora ha supervisionato alcuni progetti legali per WikiLeaks.