Le Nazioni Unite hanno stabilito che la detenzione forzata di Julian Assange da parte di Regno Unito e Svezia è una violazione arbitraria delle sue libertà di movimento, una violazione che andrebbe terminata quanto prima. Assange è soddisfatto, i governi dei paesi interessati ovviamente no. L’imbarazzo e le polemiche non si fermano, mentre il fondatore di Wikileaks continua a vivere da rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.
Con una decisione presa a maggioranza , il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie dell’ONU ha giudicato illegittima la privazione delle libertà personali ad Assange, attivista e promotore delle attività di “whistleblowing” di Wikileaks che si è fatto nemici troppo potenti con la diffusione, più di cinque anni fa, dei documenti riservati riguardanti la guerra in Iraq.
Dal 2010 in poi, la storia giudiziaria di Assange si è arricchita di eventi a dir poco problematici: prima arrestato e poi messo ai domiciliari, l’attivista è stato richiesto da un mandato di estradizione della Svezia per le indagini su presunte violenze sessuali. Tutto questo, beninteso, senza mai ricevere un’accusa formale da parte delle autorità.
Assange: I will accept arrest by British police on Friday if UN rules against me. More info: https://t.co/Mb6gXlz7QS pic.twitter.com/mffVsqKj5w
– WikiLeaks (@wikileaks) 4 Febbraio 2016
Prima della decisione del panel di esperti dell’ONU, Assange si era detto pronto a consegnarsi alla polizia britannica nel caso in cui il suo arresto fosse stato giudicato perfettamente legittimo. Ora che l’ha scampata, Assange si considera “vendicato” e attende che UK e Svezia implementino in pieno il giudizio delle Nazioni Unite.
In realtà il parere legale dell’ONU non comporta l’ottemperanza di alcun vincolo formale, e dalle autorità britanniche lo hanno già squalificato come un fatto ininfluente che per di più interferisce con il sistema giudiziario “sovrano” vigente in UK. Se il Regno Unito non tiene in minima considerazione una decisione presa in ambito ONU, suggerisce Edward Snowden , allora i regimi dittatoriali si sentiranno perfettamente in diritto di comportarsi alla stessa maniera.
Alfonso Maruccia