Nuove rivelazioni su Wikileaks, questa volta su un tragico evento che ha sconvolto il mondo intero, gli attentati al World Trade Center di New York dell’11 settembre 2001. Nuove fughe anonime di documenti confidenziali, che hanno ricreato il panico di migliaia di persone coinvolte nel caos di fuoco attraverso la pubblicazione di più di 500mila messaggi provenienti dai loro cercapersone . Mezzo milione di brevi messaggi di testo pubblicati anche su Twitter , per raccontare il punto di vista di involontari protagonisti, prima e dopo i due schianti sulle Twin Towers.
A partire dall’alba di martedì scorso, Wikileaks ha iniziato a pubblicare la lunga serie di messaggi, nell’esatto ordine cronologico con cui erano stati inviati l’11 settembre del 2001. Testimonianze in tempo reale provenienti non soltanto dagli apparecchi mobili di singoli impiegati o comuni cittadini, ma anche degli ufficiali del Pentagono e del corpo di polizia di New York. Una fuga massiccia di brevi documenti, non commentata dalle autorità federali statunitensi, ma a detta di molti degna di grande affidabilità.
Una sequenza impressionante di messaggi, a cominciare dalle 08.00 (GMT) della mattina, quando tutto sembrava scorrere normalmente, come ogni giorno lavorativo nella Grande Mela. Diciotto minuti dopo – mentre il volo numero 11 di American Airlines veniva dirottato dagli attentatori – alcuni messaggi commentavano l’andamento della borsa di Wall Street, altri le ultime notizie di CNN. Ma alle 8.50 (GMT) un altro messaggio aveva un tono decisamente meno tranquillo: CNN aveva annunciato che era stato un aereo a colpire la prima torre.
Wikileaks non ha voluto rivelare la fonte che ha inviato la massiccia quantità di messaggi, dichiarando semplicemente che le informazioni sono arrivate da un’organizzazione che avrebbe intercettato e poi archiviato migliaia di telecomunicazioni sul territorio nazionale già prima dell’11 settembre. Daniel Schmitt, portavoce di Wikileaks, ha dichiarato: “dalle informazioni contestuali che la nostra fonte ha rilasciato, abbiamo forti motivi per credere che si tratti di dati assolutamente validi”. Una prospettiva che avvalorerebbe i contenuti rilasciati, ma che pone seri interrogativi su chi intercettasse le comunicazioni statunitensi e perché.
Tra le 8.50 e le 10.48 (GMT), il panico si diffondeva in maniera totale, con la polizia di New York che ipotizzava con un altro messaggio l’esplosione di una bomba all’interno del WTC. Qualcuno tentava di chiamare il proprio partner, approfittando dell’utilità dei cercapersone in mancanza di linee mobile. Il resto è storia che non serve raccontare. Wikileaks ha aggiunto: “speriamo che queste documentazioni storiche conducano ad una comprensione meno sfumata di come questa tragedia avrebbe potuto essere evitata”.
Mauro Vecchio