Wikimedia Svezia non può pubblicare nel suo archivio liberamente accessibile foto di monumenti pubblici senza il consenso dell’artista. A riferirlo è la Corte suprema svedese, che ha condannato per violazione della normativa locale sul diritto d’autore Wikimedia Svezia.
A denunciare Wikimedia, l’organizzazione non profit alle spalle dell’Enciclopedia Libera Wikipedia e di altri progetti improntati alla diffusione del sapere, era stata l’associazione svedese Bildupphovsrätt (BUS) che rappresenta fotografi, pittori, illustratori, fotografi, designer e tutti gli altri autori titolari di copyright “visivo” (non quindi legato a testo, musica ecc.): contestava la pubblicazione senza autorizzazione su un database pubblicamente accessibile di fotografie delle opere dei suoi consociati.
Non si tratta della prima volta che Wikimedia si trova ad aver a che fare con questioni legate al diritto d’autore : d’altra parte è labile il confine del fair use legato alla divulgazione e ancora di più quello che definisce un utilizzo commerciale di un opera protetta.
Nel caso specifico, secondo la Corte , infatti, c’è una differenza tra le foto che singoli individui possono scattare ad opere d’arte in luoghi pubblici e renderle disponibili su un database liberamente e gratuitamente accessibile online: “per tale raccolta si può desumere un valore commerciale non insignificante e in quanto tale spetta agli artisti”. In questo modo la Corte sembra dare ragione all’accusa e al contempo non entrare nello specifico del riconoscimento del diritto di panorama, una questione ancora aperta a livello europeo.
Quanto questo valore sia “non insignificante”, poi, dovrà deciderlo la corte distrettuale di Stoccolma, chiamata a stabilire i danni dovuti da Wikimedia alla controparte: a pesare – presumibilmente – anche il rifiuto da parte di Wikimedia di firmare una licenza d’uso prima che la questione finisse in tribunale.
La risposta informale di Wikimedia Svezia non si è naturalmente fatta attendere, anche se per la reazione in tribunale attenderà di confrontarsi con la sua controllante globale: il suo vertice Anna Troberg ha definito la sentenza “superata, in alcun modo al passo con i tempi”, sottolineando anche che non ha senso che qualcuno rischi di dover pagare per foto legalmente scattate in luoghi pubblici di opere d’arte pubbliche, in quanto tali finanziate con le tasse di tutti.
Claudio Tamburrino