È recentemente apparso un post sul blog ufficiale di Wikimedia Foundation, scritto da Erik Moeller e Erik Zachte, rispettivamente vice-direttore e analista part-time dell’organizzazione che gestisce la popolare enciclopedia libera online. Un tentativo di scendere nelle profondità statistiche di Wikipedia, per provare a capire quello che sta accadendo effettivamente ai cosiddetti wikipediani, la comunità di utenti volontari che ha finora permesso al sito di diventare il quinto più visitato al mondo. Il risultato? La diaspora annunciata non è da considerarsi una minaccia reale.
L’articolo sul blog di Wikimedia Foundation ha contestato con una certa decisione i precedenti risultati ottenuti dal ricercatore spagnolo Felipe Ortega: la versione in lingua inglese di Wikipedia avrebbe incassato una perdita netta di circa 50mila editor nei primi tre mesi del 2009. Un allontanamento massiccio se i dati vengono paragonati allo stesso periodo del 2008, in cui c’era stato un calo di soli 5mila volontari circa. I due autori del post hanno subito sottolineato come molti giornalisti di settore avessero ripreso questi numeri, illustrando una catastrofe annunciata per i principi di diffusione della conoscenza e attivismo volontario.
Wikimedia ha descritto innanzitutto ciò che saprebbe per certo. Che, per prima cosa, il numero di persone che legge Wikipedia è in continuo aumento con 344 milioni di utenti unici nel mondo (6 per cento in più rispetto allo scorso settembre). Poi, che il numero di articoli continua a lievitare, raggiungendo di recente la cifra totale di 14,4 milioni. Questo Wikipedia sembra saperlo con estrema sicurezza, ma si tratta di dati che pur essendo reali non vanno a illuminare una situazione apparentemente oscura, con un numero sempre maggiore di contributor a lamentarsi di litigi snervanti ed infiniti sulle singole voci, oltre che di regole giudicate troppo severe e contrarie allo spirito originario.
Qui, la terza cosa che l’organizzazione con base a San Francisco ammette di conoscere : “Il numero di persone che scrive su Wikipedia ha raggiunto il suo apice due anni e mezzo fa, scendendo per un breve periodo successivo e poi rimanendo stabile. Ogni mese, alcuni utenti smettono di scrivere e ogni mese ne arrivano di nuovi a rimpiazzarli”. Ma i dati di Felipe Ortega non hanno detto questo, hanno detto che in tre mesi gli editor sono diminuiti in una cifra vicina ai 50mila. Secondo i due autori del post, bisognerebbe capire bene il significato dei numeri citati.
In primis, Wikimedia Foundation ha spiegato come Ortega si fosse concentrato su chiunque avesse contribuito all’enciclopedia libera, anche soltanto con una bozza. Bisognerebbe – stando al post – considerare invece un editor solo al raggiungimento di cinque modifiche , finendo così per ridurre il numero totale di contributor nel mondo dai 3 milioni del ricercatore spagnolo a un solo milione, che siano utenti attivi o meno. Inoltre, Ortega avrebbe considerato un abbandono il fatto di non avere più contribuito nel giro dei tre mesi presi in esame dalla ricerca. Questo, secondo la Foundation, non permetterebbe di ipotizzare che un determinato utente possa tornare a contribuire in futuro.
Certo, il ricercatore spagnolo non ha la famosa palla di vetro ed è pur vero che un utente possa decidere di smettere di contribuire a causa di quello che è stato già dipinto come un ambiente sempre più ostile. Wikimedia è sembrata sicura di sé, riportando una serie di statistiche in direzione contraria a quelle di Ortega. Per la versione in lingua inglese, il picco di utenti ha raggiunto quota 55mila circa nel marzo 2007, salvo poi subire un declino del 25 per cento e stabilizzarsi intorno ai 40mila, con un incremento continuo – non meglio specificato – di volontari relativi alle versioni in altre lingue dell’enciclopedia.
Mauro Vecchio