William Lowe, il padre dei PC IBM

William Lowe, il padre dei PC IBM

L'ex-dirigente di Big Blue è scomparso il 19 ottobre per un attacco di cuore. Il New York Times ricorda il suo ruolo nell'affermazione dei Personal Computer Wintel sul mercato
L'ex-dirigente di Big Blue è scomparso il 19 ottobre per un attacco di cuore. Il New York Times ricorda il suo ruolo nell'affermazione dei Personal Computer Wintel sul mercato

Un’intuizione che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’informatica, e che avrebbe consacrato Intel e Microsoft a star del panorama IT: nel 1980 William Lowe era a capo dei laboratori di Boca Raton per IBM , e propose ai vertici di Big Blue di creare un computer molto diverso da quelli che fino a quel punto aveva prodotto l’azienda di Armonk. Il 5150 venne messo in vendita l’anno successivo a 1.565 dollari (monitor escluso), equipaggiato con un processore 8088 da 4MHz e il sistema operativo MS-DOS 1.0.

L’ idea di Lowe , scomparso il 19 ottobre scorso (ma la notizia è stata diffusa solo ieri ), diede il via a un mercato miliardario che avrebbe reso i partecipanti al progetto della “open architecture” tutti ricchi e famosi. IBM voleva entrare rapidamente in questo mercato, fino a quel momento popolato dalle macchine di Apple e pochi altri marchi, e aveva già scartato l’idea di vendere con il proprio logo un prodotto Atari (in alternativa era stata anche paventata l’ipotesi, poi scartata, di acquisire la stessa Atari): Lowe, viste respinte le sue proposte, ebbe allora un’altra intuizione, ovvero assemblare con componenti già sul mercato una macchina a basso costo e potenzialmente in grado di arrivare sugli scaffali dei grandi magazzini entro 12 mesi. Un’ipotesi improbabile visto che i tempi di lavorazione e i normali clienti di IBM erano molto diversi da questi.

Tra lo scetticismo e l’incredulità dei vertici di Armonk, Lowe riuscì nell’impresa. Nei primi 12 mesi vennero venduti 250mila PC-IBM, più di quanti IBM avesse previsto di vendere in tre anni: dopo IBM seguirono Compaq, HP e molte altre aziende che iniziarono a produrre dei “cloni” di questi PC “IBM compatibili”, rendendo il business del personal computer una voce fondamentale dell’intero mercato dell’elettronica di consumo. Alla fine IBM venne scalzata dal proprio ruolo di apripista dell’universo PC: l’approccio aperto costò a Big Blue la leadership, che a distanza di anni non è irreale affermare convinse i vertici a cedere a Lenovo la divisione aziendale nata con Lowe. In realtà, come si sarebbe scoperto in seguito, i margini più importanti di questo mercato sarebbero stati legati ai comuni denominatori della piattaforma: vale a dire il sistema operativo e la CPU . Il ruolo di assemblatore di IBM non avrebbe garantito gli introiti che Big Blue avrebbe sperato di ottenere, di certo non in un mercato aperto alla concorrenza che spesso era in grado di proporre PC migliori a una frazione del prezzo.

Stando alla ricostruzione fornita da BBC , IBM ritenne Lowe in parte responsabile di aver lasciato la porta aperta alla concorrenza. Il fisico, laureatosi all’Università La Fayette dove era entrato con una borsa di studio per il basket, lasciò Big Blue nel 1998 per approdare a Xerox , e in seguito divenne presidente di Gulfstream, celebre azienda che produce jet privati. ( L.A. )

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Pubblicato il
29 ott 2013
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