È ancora guerra di standard, è ancora tempo di contrapposizione fra le tecnologie di connessione wireless di quarta generazione WiMax ed LTE . La prima viene data oramai per spacciata viste le defezioni eccellenti di Intel e del provider Clearwire , nondimeno continua il suo processo evolutivo grazie a Samsung e alla dimostrazione di un link a corto raggio da ben 330 Mbps.
Samsung ha dimostrato gli ultimi progressi sulla tecnologia WiMax 2 (IEEE 802.16m) in occasione dell’edizione 2010 del CEATEC JAPAN , impiegando i 330 Mbps di cui sopra per trasmettere 16 video Full HD in simultanea.
Più efficiente e veloce della precedente generazione, WiMax 2 è secondo Samsung la tecnologia ideale per le connessioni wireless 4G. Tanto più che gli utenti finali non avrebbero bisogno di alcun aggiornamento per fruire della velocità superiore garantita dallo standard, mentre ai fornitori di connettività dovrebbe bastare l’installazione di un nuovo software di sistema o nuove schede per i canali aggiuntivi.
A dispetto della chiusura del suo WiMAX Program Office di Taiwan, anche Intel dimostra di continuare a credere nel futuro della tecnologia e investe 20 milioni di dollari nella joint-venture sudcoreana WiBro . Obiettivo della nuova società (a cui partecipano Intel, KT Corp, Samsung Electronics e Kookmin Bank Investment) è accelerare l’adozione del wireless di quarta generazione nel paese asiatico.
WiMax è destinata a cavarsela a dispetto delle più nere previsioni? Improbabile, sostiene la statunitense T-Mobile. Il carrier dice di non avere fretta di passare al 4G e di essere in grado di fornire connessioni mobile ad alta velocità tramite tecnologia 3G+ (HSPA), e che comunque quando occorrerà adottare il 4G la scelta non potrà che cadere su LTE .
L’ecosistema LTE “sarà molto più ricco di quello concorrente di WiMax”, dice il chief network officier di T-Mobile USA Neville Ray, perché WiMax non è nient’altro che un “mercato di nicchia”. Gli fa eco il general manager di Nokia Siemens Network Mike Wang, che quantifica nel 70-80 per cento la quota di mercato in mano a LTE da qui al 2011.
Alfonso Maruccia