Roma – Non accenna a diminuire il flusso di proteste degli utenti di Wind , inviperiti per la prospettiva di un passaggio forzato dal piano tariffario Wind 10 alla meno conveniente offerta Wind 12 . E aumentano le iniziative volte a contrastare la decisione dell’operatore da parte di associazioni di consumatori e di semplici cittadini.
Gli utenti sono stati avvisati della rimodulazione tariffaria tramite SMS, con una modalità e un preavviso che Wind ritiene conforme al punto 2.4 della carta dei servizi . Ma il polverone non si placa: “Le proteste sono più che fondate. È vero che l’operatore tramite questo SMS ha dato 30 giorni di preavviso ai clienti e che si tratta di una possibilità prevista dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche – spiega Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento TLC del Movimento Difesa del Cittadino – Ma il messaggio, non informando in modo esplicito della possibilità per il consumatore di recedere dal contratto senza penali e di cambiare operatore, viola l’articolo 70 del Codice stesso (comma 4). Per questo, invitiamo gli utenti a continuare la loro protesta contro Wind”.
E se Generazione Attiva e Codacons chiedono l’intervento delle Authority, denunciando un’operazione che – sostengono le associazioni – elude gli effetti del decreto Bersani, ADUC propone agli utenti la messa in mora di Wind: “Viste le numerose richieste, dopo che abbiamo individuato l’illegittimità del cambio del profilo tariffario comunicato da Wind a chi lo aveva acquistato – scrive l’associazione – abbiamo preparato un facsimile per la messa in mora del gestore, sì che per ognuno sarà più semplice farsi valere”. Il modulo, che dovrà essere compilato e inviato tramite Raccomandata A/R, è disponibile per il download a questo indirizzo .
Ma non finisce qui: il mese di marzo ha visto anche la nascita di un’iniziativa popolare, totalmente dedicata all’operazione tariffaria posta in atto da Wind. Si tratta del blog Wind 12? No, grazie! , che riporta gli ultimi aggiornamenti e, alla pagina facciamoci sentire , esorta gli utenti a protestare massivamente per dar loro modo di amplificare la propria voce nei confronti dell’azienda.
Dario Bonacina