Grazie alla concorrenza tra gli operatori, in Italia è possibile scegliere l’offerta più conveniente per telefonia fissa e mobile. Gli utenti sanno però che le rimodulazioni sono piuttosto frequenti. Wind Tre vuole rendere automatici eventuali aumenti, legando i prezzi all’inflazione. L’azienda ha infatti inviato a fine giugno una formale richiesta all’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).
Prezzi agganciati all’inflazione
L’inflazione in Italia ha ormai raggiunto l’8% rispetto all’anno scorso. Non servono i dati ufficiali dell’ISTAT per sapere che negli ultimi mesi è aumentato praticamente tutto (alimentari, energia, trasporti). Gli abbonamenti per telefonia fissa e mobile rimangono invariati se l’operatore non effettua una rimodulazione. In questo caso però avviene una modifica unilaterale del contratto che deve essere comunicata almeno due mesi prima e il cliente può passare ad un altro operatore senza penali (costi di migrazione).
Nella lettera inviata da Wind Tre all’AGCOM viene chiesto di agganciare le tariffe all’inflazione. Questa clausola verrebbe inclusa nei contratti, quindi ci sarebbe un aumento automatico al quale l’utente non potrà opporsi (e il cambio operatore avrà un costo aggiuntivo). Wind Tre cita un’analoga richiesta di TIM che vorrebbe legare le tariffe all’ingrosso all’inflazione.
Visti i precedenti “trucchi” usati dagli operatori (ad esempio le bollette a 28 giorni) è quasi certo che le tariffe rimarranno invariate, se l’inflazione dovesse diminuire. Al momento si tratta di indiscrezioni che troveranno conferma o smentita quando l’AGCOM fornirà una risposta ufficiale, dopo aver consultato i soggetti interessati, incluse le associazioni dei consumatori.