La sezione 7b della EULA per i Microsoft Services parla chiaro : Windows 10 “potrebbe verificare automaticamente la versione del software e scaricare aggiornamenti o cambiamenti alla configurazione, compresi quelli utili a impedire l’accesso ai servizi, giocare giochi contraffatti, o utilizzare periferiche hardware non autorizzate”. Di fatto, Redmond si riserva il diritto di dare un’occhiata a quello che c’è a bordo del PC dell’utente e manipolare, se necessario, il contenuto della memoria : con gli aggiornamenti automatici previsti di serie da Windows 10, ci si potrebbe ritrovare un mattino con qualche sorpresa sul proprio hard disk.
Messa così la notizia pare enorme: Microsoft di fatto sta menando un serio colpo alla pirateria, ottenendo lo spazio di manovra per poter analizzare il contenuto dei computer su cui è installato Windows 10 e intervenire per bloccare titoli pirati o l’accesso indebito a servizi di qualsiasi natura (leggi: sospendendo ad esempio un Microsoft Account, bloccando quindi la vita digitale di chi possieda una console Xbox, un PC Windows e magari anche una sottoscrizione a un pacchetto Office 365). Più criptico il riferimento alle periferiche hardware, ma forse è proprio questa la chiave per interpretare il significato del legalese utilizzato .
Formalmente Microsoft potrebbe andare alla ricerca di qualsiasi tipo di software contraffatto, da Office a Photoshop, e scaricare automaticamente sul PC ospite una patch per bloccarne l’impiego. Più probabilmente, però, quello che preoccupa davvero Big M è il cracking delle console : l’idea delle “periferiche hardware non autorizzate” ricorda molto quanto si è soliti fare per eseguire titoli pirata sulle Xbox e altri prodotti analoghi, pratica che ovviamente danneggia gli interessi economici di Microsoft che in alcuni casi produce anche i videogiochi in questione.
Con un futuro che vede Windows 10 onnipresente su tutti i dispositivi informatici, compresa Xbox One, l’azienda di Redmond ha voluto mettere subito in chiaro che non apprezzerebbe vedere mescolarsi indebitamente il mondo delle console con quello dei PC (nessuno spazio per gamepad Xbox modificati, quindi), con il rischio che l’ingegno degli utenti possa spalancare le porte a giochi scaricati gratis e fatti girare sui PC invece che acquistati e giocati su Xbox.
Sta di fatto che i termini piuttosto vaghi con cui viene esposta la questione nella EULA possono essere interpretati anche in modo più pervasivo: Microsoft quasi sicuramente interverrà successivamente per circoscrivere meglio e più chiaramente cosa la licenza le consentirà o non le consentirà di fare. Windows 10 è gratis per moltissimi clienti, ma ciò non significa che i suoi creatori si siano dati alla beneficenza: la tendenza, comunque, è sempre più verso la trasformazione del software da on-premise a servizio , da pagare qualche euro al mese con la garanzia di avere sempre a disposizione la versione più recente disponibile.
Luca Annunziata