Privacy: l'Olanda torna a puntare il dito verso Windows 10

Windows 10 e privacy: nuovi dubbi dall'Olanda

L'autorità olandese DPA torna a mettere sotto la lente d'ingrandimento Microsoft e più nel dettaglio Windows 10 per questioni legate alla privacy.
Windows 10 e privacy: nuovi dubbi dall'Olanda
L'autorità olandese DPA torna a mettere sotto la lente d'ingrandimento Microsoft e più nel dettaglio Windows 10 per questioni legate alla privacy.

Nel 2017 l’Olanda (così come la Francia) ha chiesto a Microsoft, attraverso la Data Protection Agency nazionale, di intervenire sulle modalità con le quali Windows 10 (nelle sue versioni Home e Pro) raccoglie i dati degli utenti. Sono state sollevate preoccupazioni per quanto concerne la privacy, tanto che nell’aprile dello scorso anno il gruppo di Redmond ha deciso di intervenire modificando la dinamica finita sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità.

Windows 10: DPA e la questione privacy

Oggi, stando a quanto riportato da Reuters, la stessa DPA torna sulla questione. In seguito ai controlli attuati al fine di verificare la conformità a quanto stabilito dall’accordo del 2018 è emerso che ora l’azienda statunitense è potenzialmente responsabile di un’altra violazione, sempre legata alla raccolta delle informazioni mediante il sistema operativo.

Microsoft si è conformata all’accordo siglato. Ciò nonostante, il controllo ha anche portato alla luce come Microsoft stia raccogliendo da remoto altre informazioni a proposito degli utenti. Come risultato, Microsoft è ancora potenzialmente in violazione delle regole sulla privacy.

L’agenzia olandese ha così deciso di passare la palla nelle mani del Data Protection Committee irlandese, poiché è in quel territorio che ha sede il quartier generale europeo di Microsoft. La conferma arriva direttamente da Dublino.

DPC ha avuto un confronto preliminare con Microsoft e, grazie all’assistenza dell’autorità olandese, a breve incontreremo di nuovo Microsoft per ottenere risposte sostanziali in merito alle preoccupazioni sollevate.

La replica del gruppo di Redmond non si è fatta attendere, con la software house che focalizza l’attenzione sugli sforzi compiuti nel corso degli ultimi anni al fine di garantire la tutela delle informazioni relative agli utenti del sistema operativo Windows 10.

Accogliamo favorevolmente l’opportunità di migliorare ancor di più gli strumenti e le possibilità di scelta che offriamo agli utenti.

Quanto emerso nel corso della prima indagine è servito tra le altre cose a configurare l’impianto normativo presente all’interno del GDPR, il nuovo regolamento continentale sul trattamento dei dati operativo dal maggio dello scorso anno in tutta Europa.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
28 ago 2019
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