Windows 11 22H2: account Microsoft obbligatorio

Windows 11 22H2: account Microsoft obbligatorio

Quasi certamente verrà introdotto l'obbligo di utilizzare una account Microsoft anche per la versione Pro di Windows 11 22H2 attesa a fine anno.
Windows 11 22H2: account Microsoft obbligatorio
Quasi certamente verrà introdotto l'obbligo di utilizzare una account Microsoft anche per la versione Pro di Windows 11 22H2 attesa a fine anno.

L’ipotesi di febbraio è diventata praticamente una conferma. Windows 11 22H2 richiederà un account Microsoft obbligatorio per le versioni Home e Pro. L’azienda di Redmond ha incluso questo requisito nell’ultima build 22616 disponibile per gli iscritti ai canali Dev e Beta del programma Insider. Questa imposizione innescherà sicuramente diverse polemiche e forse anche una richiesta di intervento da parte delle autorità antitrust.

Account Microsoft obbligatorio in Windows 22H2

L’obbligo di utilizzare un account Microsoft è finora limitato alla versione Home di Windows 11. La richiesta viene effettuata durante la procedura di setup iniziale, nota come OOBE (Out of Box Experience). Questo obbligo non esiste invece per gli utenti che usano la versione Pro del sistema operativo. La sgradita novità verrà estesa a tutti con il rilascio di Windows 11 22H2.

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Nel post che annuncia la disponibilità della build 22616 viene specificato che l’account Microsoft e la connettività Internet sono necessari se l’utente sceglie le impostazioni per uso personale. Se invece il sistema operativo deve essere installato su computer di aziende o scuole, Windows 11 userà il dominio dell’organizzazione.

Al momento ci sono alcuni workaround che permettono di aggirare l’obbligo e impostare un account locale, come inserire dati di un account Microsoft inesistente, ma non è possibile stabilire se funzioneranno con la versione finale del sistema operativo.

L’obiettivo di Microsoft è “legare” l’utente ai suoi servizi, in quanto l’account verrà automaticamente utilizzato per Edge, OneDrive e Microsoft Store, oltre che per la sincronizzazione con tutti i dispositivi. Questa pratica dovrebbe essere vietata dal Digital Markets Act, quindi non è da escludere un intervento antitrust della Commissione europea.

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Pubblicato il
9 mag 2022
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