Un paio di settimane fa abbiamo saputo, in via ufficiale, che Microsoft non ha intenzione di rilasciare Windows 12 nel corso di quest’anno (se ne riparlerà, forse, più avanti): al suo posto arriverà l’aggiornamento 24H2 per W11. Oggi arriva la conferma di quello che è il nome definitivo attribuito alla nuova versione ovvero Windows 11 2024 Update.
Windows 11 2024 Update (24H2) nel Flight Hub
A renderlo noto è una modifica apportata alla documentazione ufficiale della software house, in particolare al Flight Hub, quella sezione in cui sono elencate le build di anteprima distribuite agli Insider durante la fase di test. Come si può osservare nello screenshot qui sotto, il riferimento è specifico.
La scelta del nome è in linea con quella che ha caratterizzato le versioni precedenti del sistema operativo. Se da un lato Microsoft dimostra una certa coerenza, dall’altro per gli utenti finali non si tratta certo di una strategia ottimale. Tra i diversi update rilasciati ogni mese (inclusi i Patch Tuesday importanti per la sicurezza), i pacchetti Moment che introducono nuove funzionalità e gli aggiornamenti annuali, il rischio di generare confusione nella testa dei meno esperti è concreto.
È la piattaforma stessa a non aiutare. Ad esempio, aprendo le Impostazioni, selezionando la voce “Sistema” e poi “Informazioni sul sistema”, alla voce “Versione” compare 23H2
e non Windows 11 2023 Update
come ci si aspetterebbe dalla documentazione ufficiale. Lo stesso vale per quanto mostrato dal comando winver
.
C’è da dire che, in passato, le cose andavano addirittura peggio, come nel caso del Fall Creators Update distribuito per W10. Una possibile soluzione al problema (che evidentemente Microsoft non considera tale) consisterebbe nel battezzare i major update annuali Windows 11.x, rendendo così immediatamente comprensibile di quale versione si tratta. Ad esempio, Windows 11 2024 Update (o 24H2) potrebbe diventare Windows 11.3, essendo il terzo distribuito, mentre l’attuale Windows 11 2023 Update (o 23H2) sarebbe Windows 11.2. Uno schema, insomma, per certi versi più simile a quello adottato da Apple per macOS.