Windows 11 è stato ufficialmente annunciato da Microsoft a giugno dello scorso anno e in concomitanza di tale occasione sono stati resi noti anche i requisiti minimi per poter fruire del nuovo sistema operativo, considerati particolarmente restrittivi e proprio per questo ampiamente criticati dagli utenti, pur essendo stati successivamente rivisti al fine di ampliare la lista di CPU compatibili.
Windows 11: i requisiti per il chip TPM nella build 21327 di Windows 10
A destare particolare scalpore è stata però la necessità di sfruttare il chip TPM 2.0, utile per incrementare la sicurezza del sistema operativo. Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, Il chip TPM (Trusted Platform Module), saldato sulla scheda madre o integrato nella CPU, protegge vari dati sensibili, come chiavi crittografiche e credenziali di login, dietro una barriera hardware, impedendo l’accesso ai malware. Basti pensare che pure alcuni giochi, come per esempio Valorant, sono stati bloccati su sistemi che non avevano TPM 2.0 e Secure Boot in modo da prevedere misure anti-cheat.
Ma quand’è, di preciso, che Microsoft ha cominciato a implementare l’obbligo di disporre del chip TPM e degli altri requisiti minimi di cui sopra per poter fruire correttamente di Windows 11? A rispondere ci ha pensato l’utente Twitter Xeno, il quale ha scovato le prime modifiche al riguardo nella build 21327 di Windows 10. Per l’esattezza, i cambiamenti vengono riportati nel file appraiserres.dll.
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