Recall (Richiamo in italiano) è una delle funzionalità IA di Windows 11 annunciate da Microsoft durante l’evento del 20 maggio. Qualcuno ha già associato Recall ad un keylogger potenziato, in quanto può registrare tutto ciò che viene fatto sul computer. Si può quindi definire un incubo per la privacy?
I dati non sono inviati a Microsoft
Recall non funzionerà su nessuno dei dispositivi attualmente in commercio, nemmeno con l’arrivo di Windows 11 24H2. Oltre a 16 GB di RAM e uno spazio su disco di 256 GB è necessaria una NPU (Neural Processing Unit) che offre prestazioni di almeno 40 TOPS (trilioni di operazioni al secondo). Solo i processori Snapdragon X Elite/Plus di Qualcomm sono compatibili (i primi notebook arriveranno sul mercato il 18 giugno).
Recall acquisisce istantanee “ogni pochi secondi”. Questi snapshot sono salvati su disco, quindi non viene inviato nulla ai server di Microsoft. L’utente può disattivare la funzionalità nelle impostazioni, cancellare gli snapshot, escludere app e siti web. Non sono registrati i contenuti protetti da DRM, né la navigazione privata di Edge (non è chiaro se vale lo stesso per altri browser).
Negli snapshot potrebbero però finire password e dati finanziari, se i siti non rispettano gli standard di sicurezza (se ad esempio mostrano la password in chiaro). Quindi è meglio non condividere il computer con altre persone (se viene usato un singolo profilo) o inserire dati sensibili in computer disponibili al pubblico (se la funzionalità è attiva).
Microsoft scrive che gli snapshot sono protetti dalla crittografia e da BitLocker, ma solo se l’utente usa Windows 11 Pro o le edizioni Enterprise del sistema operativo.
Elon Musk ha suggerito di disattivare la funzionalità, paragonando Recall ad un episodio di Black Mirror. Il Garante della privacy del Regno Unito ha chiesto informazioni a Microsoft, in particolare se ha previsto una valutazione dei rischi prima del lancio di Recall.