Windows 7 con le unghie e con i denti, ancora su 100 milioni di PC

Windows 7 ancora su almeno 100 milioni di PC

Tanti, troppi computer ancora fermi a una versione ormai obsoleta del sistema operativo: Windows 7 resiste nonostante l'abbandono di Microsoft.
Windows 7 ancora su almeno 100 milioni di PC
Tanti, troppi computer ancora fermi a una versione ormai obsoleta del sistema operativo: Windows 7 resiste nonostante l'abbandono di Microsoft.

Quando è trascorso ormai quasi un anno dalla fine del supporto ufficiale garantito da Microsoft a Windows 7, la piattaforma risulta ancora installata e operativa su almeno 100 milioni di PC in tutto il mondo, il 20% circa di quelli in circolazione. È quanto fotografano le statistiche aggiornate alla fine del 2020: ad analizzarle la redazione del sito ZDNet facendo una media di quanto riportato dagli istituti di ricerca ritenuti più attendibili.

Duri a morire: Windows 7 con le unghie e con i denti

Un problema da non sottovalutare poiché il campione costituisce un potenziale bacino di vittime per i cybercriminali intenzionati a prendere di mira vulnerabilità destinate a non ricevere più alcuna correzione. Lavorare su un computer connesso a Internet e interessato da falle di sicurezza è un lusso che non ci si può permettere, per la tutela delle proprie informazioni, della privacy e del proprio portafogli.

Servirà ancora del tempo, difficile prevedere quanto, prima che Windows 10 (così come la sua prossima incarnazione Windows 10X) riesca a erodere ulteriori quote a W7, anche se le dinamiche legate all’esplosione dello smart working e della didattica a distanza hanno spinto molti nell’ultimo periodo ad acquistare un nuovo PC innescando di conseguenza un trend positivo nel mercato e contribuendo all’abbandono della piattaforma ormai obsoleta.

Lanciato nell’ormai lontano settembre 2009, il sistema operativo è senza alcun dubbio uno dei più apprezzati tra quelli fin qui proposti da Microsoft, molto più del successore Windows 8 mai davvero capace di far breccia, arrivato tre anni più tardi e confezionato dal gruppo di Redmond con l’obiettivo (fallito) di strizzare l’occhio all’allora esplosiva crescita del mercato mobile.

Nei mesi scorsi il suo zoccolo duro di fedelissimi ha spinto tra gli altri Google a rimandare ulteriormente lo stop al supporto per la versione dedicata del browser Chrome.

Fonte: ZDNet
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Pubblicato il
7 gen 2021
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