Una delle prime promesse fatte da Microsoft in merito a Windows 7 è che questo sistema operativo avrebbe migliorato le performance dei dischi a stato solido (SSD). La promessa sembra mantenuta: i risultati di un test condotto dal sito TweakTown mostrano come W7 riesca ad utilizzare i dischi flash in modo più efficiente di quanto faccia Vista SP1.
TweakTown ha messo a confronto le versioni a 64 bit del nuovo e del vecchio Windows utilizzando il benchmark HD Tune Pro e due veloci SSD Patriot Warp2 da 128 GB con interfaccia SATA. In media, W7 è sempre risultato dal 2% al 5% più veloce di Vista: lo scarto non è clamoroso, ma lascia ben sperare per il futuro. Durante lo scorso CES, BigM ha spiegato che W7 sarà in grado di sfruttare appieno i controller flash di prossima generazione, incrementando ulteriormente le performance degli SSD.
A differenza di Vista, W7 è in grado di distinguere un SSD da un hard disk magnetico, abilitando automaticamente tutta una serie di ottimizzazioni. La prima è la disattivazione della funzionalità di deframmentazione, praticamente inutile con i dischi flash. La seconda è un’implementazione software degli algoritmi di wear leveling , che si occupano di distribuire il più possibile le scritture per massimizzare la durata delle singole celle di memoria.
Il supporto nativo di W7 ai SSD ben si sposa con l’ambizione di questo sistema operativo di dominare il futuro mercato dei MID e dei netbook, mandando definitivamente in pensione l’ormai anziano XP e – nelle speranze di Microsoft – ricacciando indietro l'”invasore” Linux.