Nonostante siano trascorsi ormai quasi due mesi dal termine del supporto ufficiale a Windows 7, sono ancora in molti a utilizzare il sistema operativo lanciato da Microsoft nel 2009 sui propri PC: il 23,18% di tutti gli utenti a livello mondiale stando ai numeri rilevati da StatCounter e relativi alla fine di febbraio.
Oltre due PC su dieci nel mondo fermi a Windows 7
Tanti, troppi, considerando come il mancato rilascio di aggiornamenti e patch di sicurezza potrebbe esporre i diretti interessati al rischio di attacchi e vulnerabilità. Per il gruppo di Redmond si tratta ad ogni modo di un’opportunità. Spingerli a un upgrade verso Windows 10 in tempi brevi potrebbe contribuire a porre almeno in parte rimedio a una flessione del business provocata dall’attuale emergenza coronavirus: le previsioni parlano di un periodo sottotono per la divisione More Personal Computing che si occupa appunto di Windows e della linea Surface.
Il grafico qui sopra mostra la distribuzione delle diverse edizioni del sistema operativo e le variazioni nel tempo: la linea blu è quella che si riferisce a Windows 10 (da 54,78% a 69,20% in un anno), mentre quella gialla rappresenta Windows 7 (da 33,89% a 23,18% nello stesso periodo). Più in basso, in arancio, Windows 8.1 (da 6,55% a 4,70% in dodici mesi). Il sorpasso di W10 ai danni di W7 è avvenuto nei primi giorni del 2019.
Microsoft dovrà ad ogni modo lavorare anche sul fronte dell’affidabilità: di recente si sono moltiplicate le segnalazioni relative a un numero significativo di bug e problemi insorti in seguito all’installazione degli update. L’ultimo solo ieri, con il pacchetto KB4535996 che sta generando malfunzionamenti in fase di setup, crash improvvisi, anomalie nella riproduzione dei contenuti audio e la comparsa del sempre temibile Blue Screen of Death.