Il progetto Blue esiste, ma non si riferisce semplicemente al prossimo update di Windows 8 : a confermarlo è il management di Microsoft, con un uno-due sul blog ufficiale a opera di due vice-presidenti moderatamente eccitati – secondo loro stessa ammissione – per il futuro prossimo venturo dell’ecosistema di servizi e gadget di Redmond.
“Blue” è dunque confermato, come altrettanto certo è il fatto che se ne parlerà in occasione della prossima conferenza per sviluppatori “Build 2013”: i programmatori di app Modern (e non solo) sono invitati al Moscone Center di San Francisco per il 26-28 giugno, e lì si parlerà con dovizia di particolari del futuro di Windows, Windows Server, Windows Azure, Visual Studio e tutto quanto.
A menzionare “Blue” è poi Frank X. Shaw, responsabile delle comunicazioni che parla di una serie di piani nell’ambito di un più generale sforzo per “far progredire dispositivi e servizi” forniti da Microsoft: di nuovi “sistemi operativi” vecchia maniera nemmeno l’ombra, a quanto pare, e Shaw tiene a dire che è estremamente improbabile che un nuovo prodotto si chiamerà “Blue” quando si tratterà di venderlo al pubblico.
Archiviate le (poche) certezze, a contare di più sono ancora e soprattutto le incertezze: l’incognita di un sistema operativo touch-centrico che tratta il desktop come un’interfaccia “legacy” eccita gli animi di chi vede in Blue un nuovo, definitivo passo di Microsoft nel tentativo di distruggere questa “eredità” di personal computing e traghettare tutti gli utenti – volenti o nolenti – nelle piastrelle di Metro/Modern UI.
Il problema è che Microsoft non si è forse ancora resa conto del rischio insito nell’azzardo di imporre un nuovo paradigma informatico su un mercato enorme di utenti che non ne sentivano alcun bisogno, dicono altri , e se anche “Blue” dovesse fallire nell’impresa come ha sin qui fatto Windows 8 le conseguenze economiche (e non solo) sul business di Redmond sarebbero di portata notevole.
A peggiorare una situazione già non particolarmente rosea ci si mettono i dati forniti da IDC , che parlano di un mercato di “smart connected devices” che nel 2012 ha superato 1 miliardo di unità commercializzate mettendo assieme PC, smartphone e tablet. Purtroppo per il mercato PC, e soprattutto per Microsoft, pare che i paesi in via di sviluppo tendano ad adottare molto più velocemente i nuovi gadget mobile come strumenti di “computing” rispetto al tradizionale PC da scrivania o da viaggio (laptop).
Alfonso Maruccia