Windows, Microsoft contro l'IP pirata

Windows, Microsoft contro l'IP pirata

Redmond alla caccia di chi si nasconde dietro un indirizzo IP di Verizon, descritto dalla corporation come responsabile dell'attivazione di un gran numero di copie di Windows 7
Redmond alla caccia di chi si nasconde dietro un indirizzo IP di Verizon, descritto dalla corporation come responsabile dell'attivazione di un gran numero di copie di Windows 7

Microsoft ha avviato una causa contro gli individui o le organizzazioni nascoste dietro l’indirizzo IP 74.111.202.30, un canale che secondo Redmond è stato sfruttato per autenticare centinaia di copie di Windows 7. I singoli utenti che usano Windows “pirata” non corrono rischi, lo stesso non si può dire per gli “attivatori” del software.

L’indirizzo IP incriminato è parte del network di Verizon, e Microsoft dice di aver analizzato l’insolitamente alto numero di attivazioni grazie ai suoi strumenti di monitoraggio automatizzati: la comunicazione dell’IP è un atto “volontario” degli utenti che attivano l’OS, ha spiegato Microsoft, e tali dati sono evidentemente preziosi per scovare eventuali operazioni di pirateria commerciale ai danni dell’azienda.

Le copie di Windows 7 attivate tramite l’IP Verizon fanno uso di codici “product key” “rubati” dalla catena di fornitura dell’azienda, dice Microsoft, non sono mai stati distribuiti al pubblico e sono stati adoperati un numero superiore di volte a quelle concesse dalla tipologia di licenza a cui fanno capo.

Gli ignoti pirati dell’IP Verizon rischiano ora di dover ripagare Microsoft dei profitti connessi alle attivazioni di Windows 7, di dover compensare l’azienda per danni e ovviamente ripagare anche i gli avvocati per le spese legali.

La caccia agli IP pirata non è una novità, per Microsoft, e già a dicembre dell’anno scorso la corporation aveva chiesto ad AT&T di fornire gli identificativi dei criminali nascosti dietro un altro indirizzo IP e responsabili per svariate attivazioni pirata di Windows 7 e Office 10.

E per chi fa uso delle copie attivate illegalmente del software Microsoft? La causa di Seattle non riguarda gli utenti finali, una strategia da “vivi e lascia scaricare” tradizionalmente adottata da Redmond e che dovrebbe risultare valida anche per i pirati di Windows 10 .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 mag 2015
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