C’è chi ha sottolineato come nessuno debba ormai considerare Microsoft fuori dai giochi nella corsa al mobile . Dai mercati d’Europa sono infatti giunte notizie più che incoraggianti, relative agli attuali ritmi di vendita dei vari dispositivi basati su Windows Phone 7. Pare infatti che Orange – uno dei principali carrier mobile in terra britannica – abbia iniziato a raccogliere le prime prenotazioni da parte di utenti già rimasti a bocca asciutta.
Esaurita dunque la disponibilità dei device HTC Mozart e Samsung Omnia , per ora solo ordinabili presso i vari punti vendita di Orange. Il carrier d’Albione ha così deciso di dispensare una serie di buoni del valore di 20 sterline, spendibili presso la catena specializzata in prodotti dell’entertainmente HMV . Una mossa nata con il preciso obiettivo di placare la fame di smartphone degli utenti nel Regno Unito.
I sudditi di Sua Maestà non sono gli unici ad esser rimasti a bocca asciutta. Pare infatti che anche in Germania il carrier O2 abbia esaurito le scorte di HTC HD7 , mentre quello australiano Telstra ha finito quelle di HTC Mozart. Si attendono ora i primi risultati sul mercato statunitense, dove il sistema operativo mobile made in Redmond farà il suo debutto il prossimo 8 novembre. Stando agli analisti, Microsoft dovrebbe vendere negli ultimi tre mesi del suo anno fiscale un numero di unità compreso tra i 3,5 e i 4 milioni .
BigM ha poi annunciato i termini di un recente accordo con LG, che prevederà la distribuzione gratuita di un pacchetto di 10 applicazioni – come sottolineato, sviluppate da terze parti – su dispositivi come il Quantum. Questo pacchetto cambierà ogni 60 giorni, tempo dunque a disposizione degli utenti per scaricare sui propri apparecchi le dieci app, dal valore complessivo di 30 dollari .
Nel frattempo la stessa Microsoft pare uscita allo scoperto sull’adozione dell’opzione kill switch , capace di rimuovere applicazioni pericolose sia dal marketplace che dai vari dispositivi basati su Windows Phone 7 . Il tutto grazie ad una serie di backdoor che hanno accesso a tutti i device in circolazione. L’azienda di Redmond non aveva tuttavia parlato pubblicamente della cosa, avendo preferito “concentrarsi su test per la validazione delle app”.
Mauro Vecchio