Windows senza segreti in Giappone

Windows senza segreti in Giappone

Le forze di polizia nipponiche avranno accesso ad informazioni riservate sugli applicativi Microsoft: aumentano gli aderenti al Government Security Program
Le forze di polizia nipponiche avranno accesso ad informazioni riservate sugli applicativi Microsoft: aumentano gli aderenti al Government Security Program


Tokyo – Meno segreti, più sicurezza: Microsoft annuncia la nascita di una insolita alleanza con le forze di polizia del Giappone. I tecnici delle autorità nipponiche avranno accesso ad informazioni riservate su falle e problemi noti soltanto agli ingegneri di Redmond. I poliziotti telematici potranno accedere parzialmente al codice sorgente di alcuni componenti Windows. Sfruttando questo canale privilegiato – viene affermato ora con enfasi – i cybercop potranno sventare le minacce informatiche prima ancora della loro diffusione.

I portavoce della Polizia Nazionale del Giappone si dichiarano soddisfatti dell’accordo con Microsoft, inquadrato all’interno del progetto internazionale Government Security Program .

L’accesso al codice di Microsoft è regolamentato da regole rigidissime ed orientato alla collaborazione tra programmatori e forze di sicurezza dei singoli paesi aderenti. L’obiettivo comune è la lotta al crimine informatico e la gestione del rischio legato alla diffusione di worm e virus. Bill Gates ha reso noto di voler “espandere la collaborazione con i governi di tutto il mondo” – escludendo naturalmente i nemici giurati degli Stati Uniti.

Il governo italiano ha già firmato un accordo GSP con l’azienda di Redmond – una decisione accolta con entusiasmo dal Ministero della Giustizia. Ma dall’altra parte del mondo, la ricchissima industria IT giapponese non sembra avere accolto favorevolmente una simile strategia di sicurezza.

Alcuni investigatori del Sol Levante hanno infatti lasciato intendere che dopo l’iniziativa Microsoft, qualsiasi software proprietario dovrebbe essere a disposizione della giustizia: una richiesta onerosa che fa storcere il naso a molte aziende, nel timore che l’apertura del codice in nome della sicurezza nazionale degeneri in episodi di spionaggio industriale .

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
30 giu 2005
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