Windows XP non vuole morire: il vecchio sistema operativo Microsoft, lanciato nel 2001 e che sta per essere definitivamente abbandonato da Redmond al proprio destino (salvo aggiornamenti a pagamento), continua a essere presente sui PC e nei pensieri degli italiani, che non smettono di utilizzarlo a casa e sul lavoro. Il 16 per cento degli abitanti del Belpaese ha ancora un computer XP sulla scrivania , e lo stesso dicasi per quasi 1 azienda su 4 che mantiene un parco PC aziendali costituito per la maggior parte da vecchi PC equipaggiati con XP. Microsoft le sta provando tutte per convincere tutti ad aggiornare, in un contesto di mercato non proprio incoraggiante, e una delle ultime carte da giocare è rispolverare Windows 7 .
I dati snocciolati da Microsoft parlano chiaro: una ricerca IDC commissionata da Redmond mostra come oltre il 30 per cento delle aziende italiane del centro-sud continui ad mantenere una prevalenza di PC con Windows XP nei propri uffici , e nonostante l’ ampia campagna portata avanti da Big M non intravedono particolari problemi all’orizzonte sotto il profilo tecnico. Qualcosa di simile accade tra le mura domestiche, dove un sondaggio condotto sempre da Microsoft confermerebbe che le prestazioni e le capacità di XP sono ritenute adeguate al contesto dell’utilizzo casalingo: se a questo si aggiunge la familiarità con le vecchie finestre e la barra verde e blu, ecco che solo una minoranza di questo zoccolo duro di appassionati pensa di aggiornare prima di aprile.
Visto il successo non del tutto convincente di Windows 8, a Seattle hanno quindi deciso di giocare la carta Seven per tentare di convincere i più recalcitranti. La “data di scadenza” del vecchio OS è stata rimandata a data da destinarsi, visto che Microsoft ha deciso di rimuovere il limite prima posto al 31 ottobre prossimo per la vendita di hardware con pre-installato Windows 7 Pro : visto il successo che ancora riscuote il predecessore di Windows 8 è una mossa furba, che potrebbe consentire di vedere in vendita ( per i clienti business ) prodotti con hardware moderno e software aggiornato, diminuendo la frammentazione del panorama Windows e semplificando anche la vita agli sviluppatori impegnati sulla piattaforma.
La disponibilità di licenze pre-installate sui PC fino almeno a fine 2015 può essere interpretata in molti modi, ma significa soprattutto che le aziende possono anche optare per acquistare personal computer e approfittare delle clausole per il downgrade previste da Windows 8: in questo modo potrebbero programmare con maggiore calma la transizione, ottenendo PC con entrambi i sistemi operativi a bordo, e in un secondo momento pianificare l’update quando la situazione fosse più favorevole per passare da finestre a piastrelle. Diversa la questione casalinga: per i consumatori finali non c’è molta scelta se non aggiornare , oppure restare fedeli a XP nonostante tutto.
Luca Annunziata