Stephen Wolfram è un ingegnere del software che in vita sua ha raccolto molte lodi, ma anche qualche critica sulla sua tendenza a usare toni metafisici quando non ce ne sarebbe proprio necessità: creatore del potente e popolare software computazionale Mathematica , Wolfram si è guadagnato un bel po’ di critiche della comunità scientifica a causa del libro A New Kind of Science , e ora continua a far discutere grazie a Wolfram Alpha , o per meglio dire quello che viene definito il primo engine di conoscenza computazionale del web .
Ribattezzato subito per l’occasione come ennesimo “Google killer”, il nuovo motore di ricerca (online a maggio per il grande pubblico) non offre risultati multipli a una richiesta di informazioni archiviate in un indice più o meno grande, ma si occupa di analizzare la richiesta specifica dell’utente, comprenderla e infine trovarvi una risposta coerente, univoca e soprattutto fattuale.
Il modello di “engine computazionale della conoscenza” di cui Wolfram parla è insomma del tutto diverso da uno “stupido” motore di ricerca, e lo scienziato ha integrato in esso il lavoro fatto in precedenza sui sistemi computazionali che ha portato a Mathematica prima, e al discusso e pretenzioso tomo ANKoS poi.
“Tutto ciò che occorre fare è prendere le domande che le persone pongono in un linguaggio naturale, e rappresentarle in una forma precisa che possa andar bene alle computazioni che è possibile fare” scrive Wolfram a proposito del suo ancora misterioso, nuovo progetto. Dando in pasto queste domande a “una mistura di algoritmi intelligenti e sistemi euristici, un bel po’ di scoperte e curature linguistiche e quelli che probabilmente rappresentano dei seri avanzamenti teoretici” dice Wolfram, il sistema di computazione della conoscenza sarà pronto a processare “migliaia di miliardi di pezzi di dati curati” attraverso “milioni di linee di algoritmi”.
Per ora di Wolfram Apha non esiste granché da prendere in esame, essendo il portale attualmente aperto solo a test in forma privata. E se è altamente improbabile che il nuovo engine possa anche solo entrare in competizione con un sistema software affatto diverso come il motore di ricerca di Google, c’è chi come Nova Spivak (autore di un altro Google-killer wannabe , Twine ) l’ha provato ed è pronto a scommettere che Wolfram Apha sarà “importante per il web tanto quanto Google, ma per uno scopo diverso”.
Al contrario di quanto è in grado di fare Google, dice Spivak dopo aver avuto modo di chiacchierare per qualche ora con Wolfram, il nuovo engine è in grado di “comprendere” le domande poste dall’utente, non si limita a metterle in relazione con altre già presenti in archivio ma le usa invece come chiave per aprire l’accesso a un vastissimo database di conoscenze specialistiche che spaziano dalla scienza alla geografia, dalla culinaria ai viaggi, dall’astrofisica alla biologia.
In attesa di verificare la mirabolante invenzione di Wolfram Apha, è interessante evidenziare il commento di Ars Technica , secondo la cui opinione il processo di assembramento di un insieme rilevante di fatti prima di trasformarli in conoscenza e comunicarli a un lettore interessato è un qualcosa “che non può essere automatizzato” da un computer, per quanto potente possa essere e nemmeno se ci si mette Stephen Wolfram.
Alfonso Maruccia