Aprile 2009 . I legali della nota casa di produzione cinematografica 20th Century Fox brancolano nel buio. Nessuno riesce a capire chi abbia potuto distribuire online la primitiva versione dello spin-off sulle origini di Wolverine, il popolare mutante coi basettoni della serie X-Men . Una fuoriuscita che ha mandato su tutte le furie la major di celluloide, perché in anticipo di un mese rispetto all’uscita programmata nelle sale .
Aprile 2011 . Gilberto Sanchez ha 48 anni, vive a New York e di mestiere fa l’installatore di vetri. È ora in attesa di una sentenza che potrebbe condannarlo a tre anni di carcere , con l’aggiunta di una salata multa pari a 250mila dollari . La squadra legale di 20th Century Fox era infatti uscita dal tunnel, individuando alla fine l’unico e solo responsabile del caricamento illecito di Wolverine sulla nota piattaforma di file hosting Megaupload.
Gilberto Sanchez ha così confessato di aver acquistato per 5 dollari la versione non definitiva del film, arrivata non si sa bene come sulla bancarella di un venditore coreano nel Bronx . L’ottima qualità del video e del suono avevano subito fatto pensare ad un basista, un impiegato o tecnico che in genere collabora con la produzione di un film. A nulla erano serviti i consigli degli amici dello stesso Sanchez, che lo avevano invitato a non caricare online lo spin-off .
Curiosamente, i legali della major non hanno voluto rendere nota l’identità del soggetto responsabile della fuoriuscita della copia non definitiva della pellicola. I peggiori timori dell’industria avevano riguardato i futuri incassi al botteghino, mortalmente minacciati dal leak su Megaupload. Wolverine aveva incassato quasi 90 milioni di dollari nel primo week-end dall’uscita, poi lievitati a più di 370 milioni in tutto il mondo .
Mauro Vecchio