Brandire la disciplina che regola il diritto d’autore come fosse uno strumento di censura è un abuso, e come tale va punito: Automattic, l’azienda che ha sviluppato la nota piattaforma WordPress e che da anni assiste all’abbattersi di richieste di rimozione sui propri utenti, ha ora ottenuto giustizia.
Il caso muoveva da un episodio a sfondo omofobo: uno studente britannico, gestore di un blog WordPress, aveva ripubblicato stralci di un comunicato stampa emesso dall’associazione Straight Pride UK , a testimonianza di certe dichiarazioni rilasciate da uno dei portavoce. I virgolettati in cui l’associazione esprimeva il proprio orgoglio eterosessuale erano evidentemente risultati controproducenti, e il portavoce dell’associazione aveva segnalato a WordPress una violazione dei propri diritti di proprietà intellettuale, nel tentativo di rimuovere dalla Rete ogni traccia del proprio passo falso. Automattic aveva preso posizione per difendere non solo la posizione del giovane, ma anche il proprio ruolo di intermediario: di fronte al Digital Millennium Copyright Act (DMCA), la piattaforma che ospita contenuti pubblicati dagli utenti si rende complice della violazione solo se ne è a conoscenza e rifiuta di agire, mentre di contro il detentore dei diritti rischia di essere punito qualora formuli segnalazioni che non rispecchino alcuna violazione, spingendo l’intermediario alla censura.
Automattic, insieme al giovane blogger, aveva dunque accusato Straight Pride UK di aver contravvenuto alla sezione 512(f) del DMCA, che prevede delle sanzioni per coloro che formulino delle richieste di rimozione senza avere alcun diritto: se è vero che l’associazione detiene il copyright sul comunicato stampa, aveva sostenuto la piattaforma, è altresì vero che un comunicato stampa viene diffuso perché circoli il più possibile. Chiederne la rimozione, dunque, costituisce un abuso da punire a norma di legge.
I rappresentanti di Straight Pride UK non si sono mai presentati in tribunale e il giudice californiano incaricato di valutare il caso non ha potuto che riconoscere le ragioni di Automattic e del proprio utente: a loro favore è stato fissato un risarcimento pari a 25.084 dollari, tra danni e spese legali sostenute. La somma è minima, ma la vittoria è significativa: il sistema di notice and takedown, che costringe l’utente colpito ad esporsi in prima persona per contestare la richiesta di rimozione, è da spesso utilizzato come una leva per far sparire contenuti legittimi ma scomodi. WordPress ha dimostrato che l’intermediario è neutrale, ma non di fronte agli abusi.
Gaia Bottà