Impiego non autorizzato del marchio, diffusione di messaggi ingannevoli ed invasione della sfera privata di un professionista. Sono queste le accuse con le quali Canon ha chiesto la chiusura del blog “Fake Chuck Westfall”, i cui autori parodiavano le spiegazioni tecniche offerte dall’azienda giapponese impiegando il nome del suo Technical Information Advisor . Ma WordPress, interessata dalla richiesta in qualità di hoster, ha cortesemente declinato. Mentre i dati di traffico del blog esplodono.
Per la verità, come notato tra gli altri da Ars Technica , la grande scritta “FAKE (falso, ndr) Chuck Westfall” che fa da header al blog non sembra lasciare troppo spazio a fraintendimenti rispetto alla natura del sito. E qualunque visitatore si avventuri nella lettura di un post vi incontrerà accenti surreali più adatti per un film dei Monty Python che per una guida tecnica.
Evidentemente la filiale USA di Canon non deve essere di questo avviso, e così ha incaricato lo studio legale Loeb&Loeb di scrivere una lettera a Automattic, l’azienda che gestisce WordPress, per chiedere l’immediata chiusura del fake blog.
Nella missiva ( disponibile qui in formato PDF ) a Mullenweg e soci, poi ripresa estensivamente da Digital Connection , si legge tra l’altro:
“I nostri clienti si sono resi conto che uno dei blog ospitati sul vostro sito – http://fakechuckwestfall.wordpress.com (the “Blog”) – impiega il marchio dell’azienda e il nome del Sig. Westfall senza autorizzazione, violando i termini di servizio nonché diverse leggi federali”.
Nel merito, i legali imputano agli autori del blog di impiegare il logo Canon senza autorizzazione, di invadere la privacy di Westfall, di veicolare messaggi ingannevoli nei confronti degli utenti e, last but not least di minacciare fisicamente con le loro parole i dipendenti e i clienti Canon.
Così a prima vista, sembrerebbero esserci argomenti a sufficienza per bannare gli autori di Fake Chuck Westfall da tutti i blog server del globo terraqueo. Ma Toni Schneider, il CEO di Automattic, ha preferito agire in modo molto differente: prima ha scritto ai maintainer di Fake Chuck Westfall, chiedendo (ed ottenendo) la rimozione del banner Canon dalla testata, e la sostituzione di alcune parole all’interno di un post. E poi ha inviato a Canon una asciutta email, nella quale rispedisce al mittente larga parte delle accuse e rigetta senz’altro la richiesta di chiusura del blog.
Storia chiusa, quindi? Dal punto di vista legale, non è dato sapere se Canon intenderà continuare per altre vie la propria battaglia, né chi avrà la meglio alla fine. Una cosa però è certa: senza la querelle avvocatizia, Fake Chuck Westfall non avrebbe mai ricevuto tanta pubblicità gratuita. Né si sarebbe garantito i picchi di traffico di cui, con perfida ironia, ringrazia oggi i propri “avversari”.
Giovanni Arata