In quel di Mountain View sanno bene come la pandemia abbia cambiato per sempre le regole del gioco in ambito professionale: alcune dinamiche e modalità di collaborazione adottate in un contesto emergenziale sono destinate a rimanere. È il caso delle riunioni in smart working, da remoto, come molti sanno a volte rovinate dall’impiego di una webcam non all’altezza delle aspettative. Per fortuna, ci penserà l’intelligenza artificiale a porre rimedio, come annunciato da Google in apertura dell’evento I/O 2022, passando in rassegna le novità in arrivo per la suite Workspace. Una soluzione software a un problema di natura hardware.
Così l’IA di Workspace arriverà dove le webcam non possono
L’IA di bigG si occuperà ad esempio di gestire la funzionalità Portrait Restore. La sua utilità è ben illustrata dallo screenshot qui sotto. Tornerà utile per migliorare la qualità del flusso video trasmesso, rovinato da un sensore a bassa risoluzione o da una connessione lenta.
Un altro esempio è fornito da Portrait Light che ottimizzerà invece l’illuminazione del volto. L’utente sarà in grado di posizionare la fonte di luce artificiale e la sua intensità.
Ancora, De-Reverberation agisce invece sull’audio eliminando echi e altre distorsioni catturate dai microfoni. Per tutte le altre novità riguardanti Workspace annunciate durante la prima giornata dell’evento Google I/O 2022 rimandiamo al post dedicato sulle pagine del blog ufficiale.
Tornando alle webcam, molti si trovano oggi a dover fare i conti con periferiche di fortuna, rimediate in fretta e furia durante le prime fasi della pandemia in seguito all’improvvisa chiusura degli uffici. Al tempo si registrò una vera e propria corsa all’acquisto, gli scaffali (dei negozi virtuali e fisici) si svuotarono ben presto e i prezzi schizzarono alle stelle nel giro di poche settimane. Un primo segnale concreto del fenomeno che sarebbe poi esploso con la crisi dei chip.