11 milioni di persone. Tanti sono i residenti di World of Warcraft , gli appassionati videogamer che da anni animano il mondo elettronico di maggiore successo. Un intero paese: è facile verificare che se WoW fosse uno stato vero e proprio nel mondo fisico, sarebbe il 75esimo più popolato del Pianeta.
Il traguardo di tappa lo ha annunciato naturalmente Blizzard Entertainment , che su quel mondo, sui suoi abitanti, sui suoi personaggi, ha costruito un impero economico : nel computo degli 11 milioni sono compresi, dice l’azienda, tutti coloro che “hanno pagato un abbonamento o hanno una carta prepagata attiva” così come “coloro che hanno comprato il gioco e stanno utilizzando il loro primo mese di accesso senza costi aggiuntivi”. Vengono considerati residenti di WoW anche i giocatori che hanno eseguito un accesso almeno una volta nel corso dell’ultimo mese, ma sono esclusi invece tutti coloro che sono intestatari di utenze non più utilizzate, account promozionali o prepagate scadute.
Sotto accusa perché spingerebbe tanti fan a sottrarre tempo allo studio, alle relazioni sociali e persino al lavoro, osannato da chi in World of Warcraft vede qualcosa di più di un semplice videogame, l’oltremondo di Blizzard si impone per le ambientazioni e per la giocabilità, le decine di livelli, le miriadi di personaggi che lo abitano e le loro singolari caratteristiche, ed attira tanti anche perché è la second life più popolosa e variopinta , dove si gioca spesso e volentieri in team, si stringono amicizie e persino relazioni sentimentali con altri gamer.
Il “caso WoW”, un inno all’immaginario fantasy e non solo a quello, ha ispirato moltissime produzioni videoludiche in questi anni, ma è stato anche oggetto di una infinità di studi scolastici , servizi giornalistici , machinima , produzioni satiriche ed è la passione per WoW ad animare cose come progetti collaborativi per la realizzazione di un MMovie tratto da WoW . C’è il fenomeno WoW nel cuore e nella mente di case di produzione, docenti, psicologi, ed è WoW oggi a venire citato in cartoni animati, film e letteratura di ogni genere.
“È una gran cosa – scrive Blizzard in una nota in cui annuncia i nuovi numeri – vedere giocatori in tutto il mondo che continuano a mostrare un così ampio supporto per World of Warcraft”. “Il nostro scopo – precisa il CEO e cofounder di Blizzard, Mike Morhaime – è rispondere a questo entusiasmo con una esperienza di gioco in continua evoluzione e di alta qualità”. È nell’evoluzione continua del gioco che giace la chiave di volta del suo successo: non a caso proprio il 13 novembre verrà distribuita in varie regioni la nuova espansione di WoW, Wrath of the Lich King , sulla quale Blizzard punta molte delle proprie speranze di fatturato.
A colpire sono anche i ritmi di crescita di WoW: Blizzard aveva segnato quota 10 milioni di giocatori lo scorso gennaio e ora quel numero è cresciuto così rapidamente. Il motivo va ricercato evidentemente non solo nella popolarità e qualità del gioco ma anche nella capacità del produttore di aggredire nuovi mercati. World of Warcraft, dopo aver spopolato in NordAmerica dal novembre 2004 e poi in Europa, con la sua prima espansione, The Burning Crusade , si è spinto in altri paesi. Il metamondo ludico si è infilato nei computer e nelle connessioni di utenti cinesi, taiwanesi e coreani, e dopo aver toccato le spiagge australiane e neozelandesi, Blizzard conta ora un numero crescente di utenti in tutto il sud est asiatico.