Il giudice William Shubb ha respinto la richiesta di ingiunzione preliminare presentata da X per bloccare l’applicazione di un legge della California che impone ai social media di comunicare le strategie relative alla moderazione dei contenuti pericolosi. Un simile obbligo è previsto anche dal Digital Services Act in Europa.
Nessuna violazione del Primo Emendamento
Le legge AB 587, entrata in vigore a metà settembre 2022 con la firma del Governatore della California Gavin Newsom, prevede l’obbligo di inviare (due volte all’anno) un report al Procuratore Generale, in cui devono essere elencate le misure implementate per la moderazione di specifici contenuti (incitamento all’odio, razzismo, estremismo, radicalizzazione, molestie, disinformazione e interferenze politiche straniere).
X aveva chiesto di sospendere l’applicazione della legge, in quanto non rispetta il Primo Emendamento della Costituzione che garantisce la libertà di parola. Il giudice William Shubb ha negato ieri la richiesta di ingiunzione preliminare. Contrariamente a quanto afferma l’azienda di Elon Musk, la legge non obbliga all’eliminazione di contenuti “costituzionalmente protetti”.
Il vero motivo per cui X ha chiesto la sospensione è dovuto alla difficoltà di individuare e rimuovere i contenuti pericolosi. Molti dipendenti che si occupavano della moderazione sono stati licenziati. L’azienda californiana si affida quasi unicamente alle segnalazioni degli utenti attraverso le note delle collettività, ma questa soluzione non è efficace.
La Commissione europea ha avviato un’indagine formale su X per verificare il rispetto del Digital Services Act. Uno degli obblighi della legge è proprio l’implementazione di misure per limitare la diffusione di contenuti illegali e delle fake news.