X è uno dei pochi social network che permette la pubblicazione di contenuti per adulti. L’azienda di Elon Musk ha aggiornato la policy per ufficializzare la possibilità di condividere immagini e video sessualmente espliciti. Ciò potrebbe anticipare il lancio di un servizio a pagamento simile a OnlyFans (il progetto è stato chiuso alcuni anni fa), ma anche attirare ulteriormente le attenzioni delle autorità.
Contenuti a luci rosse su X
X consente ora la pubblicazione di contenuti per adulti, ma solo se la realizzazione o diffusione sia avvenuta in maniera consensuale. Sono permessi anche immagini e video generati dall’intelligenza artificiale. Come viene sottolineato nella pagina della policy, “l’espressione sessuale (visiva o scritta) è una forma legittima di espressione artistica“. Gli utenti devono però aggiungere una specifica etichetta che consenta di identificare i contenuti e quindi bloccarne la visione ai minori di 18 anni.
Ci sono tuttavia alcuni limiti alla libertà di espressione. Non è possibile includere contenuti per adulti in aree ad alta visibilità, tra cui video in diretta, immagini del profilo, intestazioni, foto di copertina delle community o intestazioni delle liste. L’azienda californiana rimuoverà inoltre determinati contenuti, tra cui quelli non consensuali, promozione di servizi sessuali o istigazione a svolgerli, sfruttamento sessuale minorile, condotta sessuale violenta, contenuti indesiderati di carattere sessuale e oggettificazione esplicita, sesso con animali e necrofilia. In questi casi potrebbe essere sospeso l’account.
Prima di pubblicare i contenuti è necessario specificare la categoria (ad esempio nudità). Verrà così aggiunto un avviso che deve essere accettato dallo spettatore. I contenuti per adulti non possono essere visti da minorenni e dagli utenti che non hanno inserito la data di nascita nel profilo.
È piuttosto chiaro che simili restrizioni non potranno essere verificate senza adeguate azioni di moderazione. Oggi X si affida quasi esclusivamente alle note della collettività. Proprio per questo motivo è stata avviata un’indagine da parte della Commissione europea in base al Digital Services Act (all’inizio di maggio è stata inviata una nuova richiesta di informazioni).
Aggiornamento: X ha modificato anche la policy sui contenuti violenti.