Elon Musk aveva già tentato di ostacolare i concorrenti, bloccando i link verso Substack e Mastodon in particolare. X ha ora introdotto una simile misura per ostacolare l’accesso ad alcuni siti non apprezzati dal proprietario dell’azienda californiana. Quando l’utente clicca sui link t.co
deve aspettare circa 5 secondi prima di visualizzare la pagina. Intanto XPro (ex TweetDeck) è diventato un servizio a pagamento (serve l’abbonamento a X Premium).
X rallenta l’accesso ai siti concorrenti
Il Washington Post ha verificato ieri le segnalazioni di molti utenti. Il problema si nota quando viene usato il servizio di link shortening t.co
di X. I link non sono bloccati, ma quando l’utente clicca su determinati collegamenti deve attendere circa 5 secondi prima di vedere la pagina.
Il “throttling” è stato applicato ad alcuni siti “nemici” di Elon Musk, tra cui New York Times, Reuters, Facebook, Instagram, Bluesky, Substack e Threads. Rallentare il traffico verso i siti causa una diminuzione delle visite e quindi dei guadagni derivanti dall’advertising. Il rallentamento è stato successivamente rimosso per la maggioranza dei siti, quindi l’apertura delle pagine avviene entro un secondo.
Secondo un utente di Hacker News, il throttling del sito del New York Times è iniziato il 4 agosto, quando Musk ha suggerito ai suoi follower di cancellare l’abbonamento al quotidiano. Nel mese di aprile è stato rimosso il badge di account verificato dal profilo del New York Times.
Come promesso all’inizio di luglio, XPro (ex TweetDeck) è ora un servizio a pagamento. Gli utenti vedranno un avviso che invita alla sottoscrizione dell’abbonamento a X Premium (ex Twitter Blue).