Il giudice Reed O’Connor del tribunale del Texas ha respinto la richiesta inviata da Media Matters For America (MMFA) di annullare la denuncia presentata da X nel mese di novembre. Anche se l’attuale sede dell’azienda è San Francisco non c’è nessun difetto di giurisdizione. La causa può quindi proseguire (le prime udienze sono previste ad aprile 2025).
Giudice azionista di Tesla
In base allo studio di Media Matters for America, gli annunci pubblicitari di noti brand sono apparsi accanto a post su X che inneggiavano a Hitler e al Partito Nazista. Diverse aziende, tra cui IBM, Apple, Disney, Comcast/NBCUniversal, Warner Bros. Discovery, Paramount Global e Lions Gate Entertainment (oltre alla Commissione europea) hanno sospeso l’advertising sul social network.
X ha quindi denunciato MMFA, in quanto avrebbe usato un vecchio account per aggirare i filtri dell’advertising e seguire solo utenti che pubblicano post di estrema destra. Successivamente ha aggiornato il feed per generare più annunci di quelli visti da un utente medio. In pratica, l’organizzazione non-profit avrebbe “manipolato” l’algoritmo.
MMFA aveva chiesto al giudice di rigettare la denuncia per difetto di giurisdizione, in quanto è stata presentata al tribunale del Texas e non in California, dove c’è la sede legale di X. Il giudice Reed O’Connor ha dato ragione all’azienda di Elon Musk con una giustificazione piuttosto originale.
Alcuni inserzionisti, tra cui Oracle e AT&T, indicati nel report di MMFA hanno sede legale in Texas, quindi il tribunale del Texas ha la giurisdizione sul caso. La decisione del giudice non sembra però disinteressata. NPR ha scoperto che Reed O’Connor è un’azionista di Tesla, quindi dovrebbe ricusare se stesso. Il giudice ha invece affermato che Tesla e X sono due aziende separate.