Microsoft sarebbe attivamente impegnata nel “bricking” delle console Xbox One appartenenti a utenti colpevoli di aver violato un accordo di “non-disclosure”, una pratica che porterebbe all’impossibilità di usare la console anche offline. Redmond, però, ha ufficialmente negato tutto – a parte la messa al bando dai servizi online nel caso avvenisse la suddetta violazione.
La faccenda è connessa ai leak, emersi a partire dal mese scorso , su una nuova “collection” di Gears of War per Xbox One, una delle serie videoludiche di punta della precedente generazione di home console, ora prevista al debutto (in versione rimasterizzata) anche sulle macchine di ottava generazione.
Le indiscrezioni sulla versione Xbox One di Gears of War si sono fatti via via sempre più insistenti, con alcuni beta tester che si sono spinti fino a distribuire online video dimostrativi della “build” provvisoria della raccolta con tanto di commento sonoro.
L’intraprendenza dei tester ha spinto VMC Consulting – servizio di testing di terze parti che collabora con Microsoft – a prendere una posizione ufficiale sulla faccenda, con dichiarazioni di fuoco riguardanti i rischi incorsi dai “leaker” di informazioni su giochi ancora in sviluppo: i tester infedeli verranno puniti, i loro account Xbox Live disabilitati e gli altri “privilegi” Xbox One bloccati. Di fatto, ha spiegato VMC, la console diverrebbe “completamente inutilizzabile”.
Microsoft avrebbe insomma implementato in Xbox One il tanto temuto “kill switch”, un sistema hardware-software che permette alla corporation di disabilitare le funzionalità della console da remoto. Interpellata direttamente, Redmond ha però smentito : una console (unità retail) che viola i termini di utilizzo non può più accedere al network Live, ha spiegato la corporation, ma può continuare a essere utilizzata offline senza limitazioni. Niente kill switch tra le nuvole, almeno per il momento.
Alfonso Maruccia